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L’inquinamento acustico, di cui molto spesso si tende a sottovalutarne il rischio, ha in realtà un importante impatto ambientale, a cui gran parte della popolazione viene inevitabilmente esposta ogni giorno.

Come si misura l’inquinamento acustico

L’unità di misura dell’inquinamento acustico sono i fonometri, che hanno il compito di rilevare il livello di pressione sonora alle varie frequenze, ricavando un valore che prende in considerazione la diversa sensibilità dell’orecchio umano a queste ultime. Uno degli indicatori per la descrizione di questo problema ambientale è dato dalla popolazione esposta al rumore, un parametro che l’OMS ha inserito tra gli “European Community Health Indicators” e purtroppo rientra in questa categoria la parte di popolazione costretta a subire quotidianamente livelli continui equivalenti di rumore superiori a 65 decibel nel periodo diurno e a 55 decibel in quello notturno.

La normativa nazionale riguardo l’inquinamento acustico

La principale norma nazionale di riferimento sull’inquinamento acustico, la legge quadro n. 447/95, definisce questo fenomeno come «l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con la funzionalità degli ambienti stessi».

Per quanto riguarda gli strumenti individuati dalla legge per ridurre l’inquinamento acustico, sono principalmente due: la zonizzazione acustica, che prevede la distinzione del territorio comunale in sei classi in base ai livelli di rumore, permettendo la limitazione o prevenzione del deterioramento del territorio così come la tutela delle zone particolarmente sensibili; Il piano di risanamento acustico, che scatta quando non vengono rispettati i limiti di zona e comprende provvedimenti amministrativi, normativi e regolamentari, oltre a interventi concreti di tipo tecnico (ad esempio installazioni di barriere, interventi su edifici ecc.)

Come affrontare la lotta al rumore, consigli utili

Tenersi sempre attivi dal punto di vista sportivo: non è necessario adottare un’attività fisica esagerata, basta che sia moderata e continuativa. Lo sport apporta un grande beneficio per la salute delle proprie orecchie, in quanto migliora la circolazione sanguigna dell’orecchio interno, la coclea, componente vitale del sistema uditivo, in quanto trasforma le vibrazioni sonore in impulsi nervosi.

Forse non tutti sanno che l’abitudine di pulire quotidianamente l’interno delle proprie orecchie con i classici bastoncini di cotone, nel lungo periodo può portare problemi seri come il danneggiamente della membrana del timpano. Qual è, quindi, l’alternativa più corretta per la protezione del proprio udito? Ad esempio scegliendo lo spray auricolare: nebulizza la soluzione nel condotto uditivo esterno. La sua azione all’interno del condotto uditivo, se somministrato regolarmente, è capace di regolare la quantità di cerume.

L’inquinamento acustico ha molte forme, una delle quali si presenta in determinati contesti di lavoro, dove specifici dispositivi di protezione individuale come gli otoprotettori, diventano strumenti indispensabili per lavorare e al tempo stesso per proteggere il proprio udito, evitando ripercussioni da traumi acustici.

Se sei un fumatore, cerca di limitare l’uso di sigarette. Se, invece, non sei un fumatore, ma hai comunque a che fare con il fumo passivo, cerca di evitarne quanto più possibile l’esposizione. Le tossine nel fumo del tabacco, possono far aumentare del 28% il rischio di sordità.

L’inquinamento acustico si insinua subdolamente anche su strada, a causa dei continui rumori imperterriti dovuti a clacson, motori, velocità sostenuta ecc. Una buona alternativa per far fronte a questo problema è quella di scegliere, ad esempio, un’auto elettrica o pneumatici più silenziosi. 

La normativa nazionale riguardo l’inquinamento acustico

La principale norma nazionale di riferimento sull’inquinamento acustico, la legge quadro n. 447/95, definisce questo fenomeno come «l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con la funzionalità degli ambienti stessi».

Per quanto riguarda gli strumenti individuati dalla legge per ridurre l’inquinamento acustico, sono principalmente due: la zonizzazione acustica, che prevede la distinzione del territorio comunale in sei classi in base ai livelli di rumore, permettendo la limitazione o prevenzione del deterioramento del territorio così come la tutela delle zone particolarmente sensibili; Il piano di risanamento acustico, che scatta quando non vengono rispettati i limiti di zona e comprende provvedimenti amministrativi, normativi e regolamentari, oltre a interventi concreti di tipo tecnico (ad esempio installazioni di barriere, interventi su edifici ecc.).