Tra le festività principali del calendario cristiano, la Pasqua è molto apprezzata da grandi e piccini per le leccornie e il clima di allegro che porta con sè, basta pensare alle deliziose uova di cioccolato, alla colomba zuccherina, alle chiacchiere (o galani, o frappe, a seconda del luogo in cui ci si trova), ma cosa significa davvero questo momento per i fedeli?
La Pasqua celebra la resurrezione di Gesù che, secondo le Scritture, sarebbe avvenuta tre giorni dopo la sua crocifissione.
La data cade sempre di domenica, varia di anno in anno ma è sempre compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile. Inizialmente il calendario cristiano seguiva quello ebraico e la Pasqua cristiana cadeva in contemporanea a quella ebraica, che inizia al tramonto del giorno 14 del mese di Nisan e termina il 15. Il calcolo oggi considerato valido per capire quando si deve festeggiare la Pasqua è stato stabilito nel IV secolo dal Concilio di Nicea ed è legato ai cicli lunari.
La sua origine affonda però non nel cristianesimo ma nell’ebraismo. La Pasqua cristiana infatti deriva da quella ebraica, detta Pesach, con la quale gli ebrei celebrano la fuga dall’Egitto, dove erano stati resi schiavi, avvenuta sotto la guida di Mosè.
Quando il cristianesimo iniziò a divenire progressivamente una religione a sé stante, anche il significato di questa ricorrenza è cambiato.

