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La storia di “Vera Caslavska, campionessa dissidente” raccontata nell’omonimo libro di Armando Fico. C’è questo volume in cima al podio del premio di letteratura sportiva Sandro Ciotti, organizzato dal Panathlon club Milano. Primo su un podio di merito letterario e sportivo completato poi da “Ferrari, presunto colpevole” di Luca Dal Monte e “Una vita in alto”, di Sara Simeoni con Marco Franzelli.

Panathlon club Milano: le emozioni di Sara Simeoni

Ci sono le parole scritte e quelle pronunciate, le immagini in bianco e nero. E le emozioni a colori. Come quelle di Sara Simeoni, incapace di nascondere gli occhi lucidi, a pochi metri dal marito Erminio Azzaro, mentre rivede le immagini della propria carriera: olimpionica di Mosca 1980 e primatista mondiale di salto in alto con quel 2.01 scolpito nelle pagine di sport divenute mito.
C’è poi il ricordo di una voce, quella del timbro inconfondibile e familiare di Sandro Ciotti, giornalista Rai scomparso poco più di 20 anni fa.

Il Premio di letteratura sportiva Sandro Ciotti con il Panathlon Milano

Ci sono tutti questi ingredienti nel piatto servito all’Auditorium De Albertis di Assimpredil Ance dal Panathlon club Milano, in occasione del terzo premio letterario intitolato proprio a Ciotti. Un’iniziativa ideata e fortemente voluta da Filippo Grassia, past presidente del Panathlon meneghino: “Siamo molto orgogliosi di questo premio, fiore all’occhiello sotto il profilo culturale, che è poi il valore fondamentale del Panathlon”, sono state le parole di Grassia. “La cultura è paradigma di fair play, etica e morale”, ha proseguito Grassia, predecessore di Simonpaolo Buongiardino alla guida del club. In un percorso virtuoso, sono le parole di Grassia, che ha portato “ad azioni importanti anche di service, in aiuto di 62 famiglie fragili e in assistenza sanitaria per il figlio di un socio Panathlon, per il quale sono state necessarie costose cure mediche all’estero” rivelatesi poi provvidenziali.

Panathlon club Milano, le parole di Filippo Grassia

Perché come “medaglie e salute debbano essere complementari”, per dirla con Grassia, anche sport e cultura sono – nell’approccio panathletico del club meneghino – due facce di una stessa medaglia. Non è un caso che Sergio Giuntini, presidente di giuria e della Società italiana di storia dello sport, nel contestualizzare il valore del Premio sottolinei: “Il ‘Ciotti’ ha due qualità: ha ricevuto tante opere, ma anche opere di qualità. C’erano una decina di volumi che avrebbero meritato di entrare in finale”.
Sono stati 42 libri i ammessi al premio, sottoposti al vaglio di una qualificata giuria. Non è un caso che, tra gli altri, allo spoglio del voto partecipino anche penne di riferimento dello sport italiano come Claudio Gregori, Sergio Meda e Giulio Mola. Perché lo sport è una storia da raccontare, ascoltare. E vivere.