Non tutti forse sanno chi sono i due fratelli Caino e Abele, i primi figli di Adamo ed Eva, e quindi, i primi figli del mondo. La loro storia non ha un lieto fine, ma il mondo della psicanalisi l’ha correlata alla gelosia e rivalità che si può sviluppare tra due fratelli.
In particolare, fu lo psicoanalista Charles Baudouin a creare questa correlazione, approfondibile nel suo libro “L’anima infantile e la psicoanalisi”.
Vediamo in particolare, alcuni aspetti legati al complesso di Caino e le modalità in cui si manifesta nei più piccoli:
Il complesso di Caino
Si fa riferimento al “Complesso di Caino” per descrivere l’insieme di comportamenti e sentimenti spesso ambivalenti e contraddittori che un primogenito vive e prova nei confronti del secondogenito, dopo il suo arrivo.
L’ambivalenza si manifesta in due aspetti:
- Da una parte il fratellino o la sorellina nuovi sono accolti dal fratello maggiore con gioia perché hanno trovato un nuovo compagno di giochi e di vita;
- Dall’altra si sviluppa nel primogenito una sorta di profonda paura che l’ultimo arrivato porti via l’amore e l’affetto dei genitori, prima di allora rivolto solo a lui. La conseguenza di questo è la nascita di sentimenti negativi come rabbia, invidia, gelosia e tristezza che non vanno però soffocati, ma accolti e ascoltati.
Come riconoscerlo nei comportamenti
Come anticipato, il complesso di Caino sopraggiunge nel vostro bambino dopo l’arrivo del fratellino o della sorellina, e si mostra attraverso questa tipologia di comportamenti:
- Aggressività: il primo campanello d’allarme è un tipo di atteggiamento aggressivo e rabbioso nei confronti di chiunque, dalla mamma allo stesso fratellino, ai compagni di scuola. Sono tutte situazioni in cui vostro primogenito potrebbe non voler più considerare la mamma o potrebbe fare dispetti al fratellino (togliendogli il ciuccio ad esempio) o pizzicando e indispettendo i compagni all’asilo.
- Regressione: soprattutto quando i vostri due figli hanno appena un paio d’anni di differenza, e quindi, il vostro primogenito ha già acquisito una padronanza medio-buona del linguaggio, potrebbe sviluppare una sorta di involuzione, cominciando ad esempio ad esprimersi come un bambino piccolo o a fare la pipì a letto pur avendo già tolto il pannolino da molto tempo. Ciò avviene in quanto vuole essere “ri-allattato” proprio come il fratellino.
- Formazione reattiva: purtroppo questa manifestazione del complesso di Caino deriva dall’inconscio ed è forse una delle forme più pericolose. In questa fase l’inconscio cancella le emozioni negative, tramutandole nell’esatto opposto, cioè emozioni positive nei confronti del secondogenito. Si mostrerà, quindi, maturo, affabile e amorevole, nascondendo però una fortissima rabbia. Un esempio concreto di questa particolare dinamica, la si può trovare nell’insistenza mostrata nel voler cantare una ninna nanna al fratellino e invece di sussurrare, urla al punto da svegliarlo, oppure quando desidera abbracciarlo, ma lo fa talmente forte da fargli molto male.
Come superarlo
Per cercare di risolvere e superare questo tipo di comportamento, ecco qualche piccolo accorgimento da utilizzare per poter aiutare vostro figlio e farlo sentire amato allo stesso modo:
- Evitare la preferenza: mostrate lo stesso tipo di attenzione nei confronti di tutti e due i vostri figli e rispettate gli interessi che ogni bambino mostra, con equilibrio da entrambe le parti. In questo modo si eviterà il crearsi di conflitti;
- Non fare di tuo figlio un sorvegliante: non si dovrebbe imporre o obbligare il primogenito alla sorveglianza del più piccolo, in quanto dovrebbe essere un’azione che va incoraggiata, sì, ma del tutto spontanea;
- Insegnare l’empatia: un ottimo modo per superare la sindrome di Caino con più facilità è insegnare al proprio figlio ad applicare comportamenti positivi come la condivisione, l’aiuto e l’empatia nei confronti di tutti i membri della famiglia, compreso il fratellino;
- Mai fare confronti davanti ai vostri figli, alimenta solo frustrazione e rabbia.

