Ad aprire le danze è stata Twitter, da poco acquisita dal patron di Tesla e SpaceX Elon Musk, subito dopo è stata la volta di Meta, la società che gestisce Facebook di Mark Zuckerberg, poi di Google, del colosso di Jeff Bezos, Amazon, e infine di quello di Satya Nadella, Microsoft.
E proprio mentre scriviamo, anche Linkedin si prepara a scagliare il primo ‘dismissal attack’.
Tutte queste grandi aziende attive nel campo della tecnologia, del digital e dell’informatica hanno infatti deciso di licenziare in massa un gran numero dei loro dipendenti sul finire del 2022 e ad inizio 2023.
La decisione è coincisa temporalmente, nella maggior parte dei casi, con il periodo più duro del 2022 dal punto di vista inflattivo e del caro-energia e con un lieve calo dell’utilizzo delle piattaforme di cui le aziende sono proprietarie rispetto al 2020 ed al 2021, quando, a causa della pandemia, molte persone avevano accesso al ‘mondo esterno solo tramite smartphone, tablet o pc ed hanno fatto un uso più che mai massivo di siti, app, social e servizi delivery.
I numeri del fenomeno:
Secondo le stime, i dipendenti licenziati sono stati:
Twitter: licenziati 7.500 dipendenti
Amazon: 18mila licenziamenti
Meta: licenziati a fine novembre 2022 11 dipendenti, il 13% del totale,
Microsoft: pianifica di licenziare 10mila dipendenti entro il 31 marzo 2023
Google: 12mila licenziamenti nel mondo
Spotify: 6% del personale ha perso il suo posto di lavoro
Coinbase: lascia senza posto di lavoro 950 persone, il 20% del totale
La sola a non aver tagliato la lista dei suoi dipendenti, almeno per il momento, è Apple.
I 5 metodi di licenziamento ‘senza cuore’ usati dalle Big Tech:
- Badge fuori uso: provando ad accedere alla sede di Google, un dipendente ha scoperto di essere stato licenziato vedendo la luce rossa sul tornello quando ha strisciato il suo badge.
- Dispositivi bloccati: un altro dipendente di Google, Zac Bowling, si è visto negare l’accesso ai dispositivi aziendali, capendo così di aver perso il suo posto di lavoro.
- Mail scritte dall’avvocato: il licenziamento tramite mail ha avuto spesso toni freddi e schietti, proprii di un avvocato e non di un superiore che conosceva e apprezzava il lavoratore.
- Cambio credenziali di accesso: poco prima di vedere lo schermo del suo Macbook diventare grigio, un dipendente di Twitter ha appreso del suo licenziamento quando si è visto rifiutare le credenziali di accesso ai sistemi aziendali.
- Festeggiamenti inappropriati: La sera prima di comunicare il licenziamento a migliaia di dipendenti, Microsoft ha organizzato un concerto privato durante il quale si è esibito Sting.

