Farmaci nelle acque dei fiumi di tutto il mondo: è questa la sconcertante verità alla quale sono giunti gli studiosi dell’Università britannica di York, 127 altri ricercatori e 68 istituzioni scientifiche e pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas). I corsi d’acqua inquinati dai principi attivi dei medicinali più diffusi non sono solo quelli secondari e sconosciuti ma anche quelli più ammirati e amati: il Tamigi, il Mississippi, il Rio delle Amazzoni, il Mekong… dei 258 fiumi analizzati non se ne salva nessuno. Le sostanze rinvenute con maggior frequenza sono quelle contenute nei farmaci per l’epilessia (62% dei campioni) e in quelli contro il diabete (50%).
Non ha invece stupito il fatto che la concentrazione più alta di sostanze sia stata individuata nei principali fiumi dei Paesi a medio e basso reddito, come Africa sub-sahariana, nell’Asia meridionale e in Sud America. Il bollino nero se lo aggiudica il fiume Kai Tak di Hong Kong, nelle cui acque sono state individuate ben 34 delle 61 sostanze in esame.
Un solo Paese può dire di avere acque prive di ogni tipo di sostanza medicinale: l’Islanda.
Questo tipo di inquinamento comporta naturalmente dei rischi sia per la fauna fluviale che per gli umani, il pericolo maggiore è quello dell’antibiotico resistenza.

