Cos’è
Il Ministero degli Esteri italiano definisce così i corridoi umanitari: “Nati dalla collaborazione tra istituzioni – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero dell’Interno – e società civile – Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e Tavola Valdese – i corridoi umanitari sono un programma di trasferimento e integrazione in Italia rivolto a migranti in condizione di particolare vulnerabilità: donne sole con bambini, vittime del traffico di essere umani, anziani, persone con disabilità o con patologie. La caratteristica principale di questo canale è il coinvolgimento diretto delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) nella fase di selezione dei beneficiari e nel processo di accoglienza in Italia”.
Come funziona
In caso di emergenza, i corridoi umanitari possono salvare milioni di vite.
La popolazione vittima di guerra, di catastrofe naturale o di altri eventi che mettono a rischio la sicurezza delle persone, ha la possibilità di mettersi in salvo scappando verso altri Paesi attraverso i corridoi umanitari.
Le associazioni che operano a scopo umanitario inviano nei territori colpiti esperti e volontari per stilare una lista (con il supporto di ospedali, luoghi di culto, onlus e altri enti del posto) di chi potrebbe sfruttare il corridoio per uscire dal Paese.
Una volta verificato, l’elenco viene inviato agli organi di controllo degli Stati che si offrono di accogliere i profughi.
Approvata la lista, i consolati dei Paesi coinvolti rilasciano dei “visti umanitari” che permettono l’ingresso nella nazione.
Arrivati nel Paese “accogliente”, i profughi possono ripartire per altre destinazioni o essere accolti da strutture attrezzate.
Perchè sono importanti
I corridoi umanitari rappresentano un progetto virtuoso e importantissimo che, come riportato dal Ministero degli Esteri “dimostra come, utilizzando gli strumenti legislativi già a disposizione degli Stati membri dell’Unione Europea, si possano garantire ingressi regolari e controllati, scongiurando rischiosi “viaggi della speranza” a favore di persone in condizioni di particolare vulnerabilità e di effettivo bisogno di protezione internazionale. Un progetto quindi replicabile in altri Paesi insieme alla società civile, un modello di solidarietà che è un vanto per l’Italia, come ha sottolineato anche Papa Francesco: “Guardo con ammirazione all’iniziativa dei corridoi umanitari (…) sono la goccia che cambierà il mare”.
I numeri in Italia
Sempre secondo quanto riportato sulla pagina dedicata ai corridoi umanitari del sito del Ministero degli Esteri, a partire dal febbraio 2015 sono arrivate nel nostro Paese mediante questa modalità di ‘messa in salvo’ oltre 4 mila persone provenienti da Stati lacerati dai conflitti e dalla povertà come Afghanistan, Siria, Eritrea, Sudan, Somalia, Niger, Giordania, Libia Pakistan e Iran.

