Quel che colpisce di più, oltre alla tragedia in sé, è la consapevolezza che una stima reale dei dispersi non c’è. Il terremoto che ha squassato Marrakech e il cuore del del Marocco ha impolverato l’aria di macerie e bagnato di lacrime una città messa in ginocchio.
Il terremoto che ha sconvolto Marrakech
La scossa di terremoto di venerdì ha mietuto sin qui quasi 2500 vittime. Cifra più che spannometrica e del tutto provvisoria, visto che nelle zone rurali di Marrakech – racconta l’inviato de Il Corriere della Sera – i soccorsi ancora non si sono visti.
Gli aiuti a Marrekech: accettati solo da 4 Paesi
La città marocchina ha vissuto la propria terza notte nella tendopoli che ha preso forma dopo i movimenti tellurici e che conta 300mila persone sotto shock. La seconda scossa di 3.9 della scala Richter, domenica mattina, non ha di certo contribuito a infondere fiducia. I tre giorni di lutto proclamati da re Mohammed VI non si sono accompagnati alla solerzia nell’accettare gli aiuti internazionali che sono stati offerti. Il via libera è stato dato solo a 4 Paesi: Spagna, Inghilterra, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Un “no, grazie” è quel che si sono sentiti tutti gli altri. Anche coloro che avevano pronti gli aiuti, tra cui anche l’Italia.
I turisti nel frattempo se ne sono andati e scrigni artistici come la moschea di Tinmel, con un passato millenario, praticamente non esiste più. Il turismo è la risorsa principale del Marocco, con un +92% registrato solo nell’ultimo anno.

