Riportato sul tavolo della discussione politica prima dall’opposizione e poi dal ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, di Forza Italia, lo Ius scholae (diritto di scuola) è una proposta di riforma della legge sulla cittadinanza, che mira al riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri che hanno completato almeno un ciclo di studi in Italia.
Cosa dice l’attuale legge sulla cittadinanza
Ad oggi è ancora in vigore la legge 91 del 1992 dello Ius sanguinis (diritto di sangue), che prevede che possa essere riconosciuta la cittadinanza italiana a chi ha almeno un genitore italiano.
Possono ottenere la cittadinanza italiana anche i giovani di origine straniera nati in Italia che vi hanno risieduto ininterrottamente e legalmente fino al 18esimo anno. La domanda deve essere presentata entro un anno dal compimento della maggiore età.
Diverso il processo per i giovani di origine straniera che non sono nati nella Penisola e che per ottenere la cittadinanza, oltre a risiedere in Italia legalmente e ininterrottamente da almeno 10 anni, devono dimostrare anche di avere un certo reddito, una dimora e una conoscenza sufficiente della lingua e della cultura italiana.
Cosa prevede il testo sullo Ius Scholae già discusso alla Camera
Seppur non approvato, il testo sullo Ius Scholae era già stato discusso alla Camera e, in quell’occasione, la proposta di riforma sulla cittadinanza prevedeva che la cittadinanza italiana potesse essere riconosciuta a coloro che sono arrivati in Italia prima dei 12 anni (o nati in Italia da genitori stranieri) e che abbiano frequentato almeno un ciclo di studi di 5 anni nella Penisola.
Può farne richiesta per il figlio, a pochi mesi dal compimento del suo 18esimo anno d’età, anche almeno un genitore residente in Italia, presentando la domanda all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza. Qualora la domanda non pervenisse nei termini, il figlio può farne richiesta entro due anni dal compimento della maggiore età.
Per favorire questa pratica, il testo dello Ius scholae prevede che gli ufficiali dell’anagrafe debbano comunicare ai residenti stranieri in procinto di compiere i 18 anni la possibilità di fare domanda di cittadinanza italiana. La comunicazione deve pervenire agli interessati nei sei mesi precedenti al raggiungimento della maggiore età.
Ad oggi, secondo i dati dell’ufficio statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito, gli studenti stranieri che frequentano la scuola in Italia sono circa l’11,2% del totale della popolazione scolastica, pari a 914.860 alunni.
Differenza con lo Ius soli
A differenza della proposta relativa allo Ius scholae, lo Ius soli vorrebbe far sì che tutti coloro che nascono in Italia – ed abbiano alcuni altri requisiti aggiuntivi – possano vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana.
Cosa pensano gli italiani dello Ius scholae
Secondo l’indagine condotta da YouTrend per SkyTg24 il 55% degli italiani intervistati sarebbe favorevole all’introduzione dello Ius scholae e il 46% è favorevole allo Ius soli.

