Dimissioni di massa
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Cos’è la great resignation

Innescato dai cambiamenti nel mondo del lavoro imposti dall’emergenza sanitaria a partire dal 2020, il fenomeno delle dimissioni di massa, chiamato dagli analisti ‘great resignation’, ha coinvolto anche molti lavoratori italiani. I dati fotografano infatti un record di dimissioni nel biennio 2021-2022: oltre 3 milioni. 

A spingere questo gran numero di dipendenti ad optare per le dimissioni è stata l’insoddisfazione per la propria situazione lavorativa: che si trattasse di un cattivo bilanciamento tra vita privata e lavoro, di una retribuzione ritenuta non adeguata, della mancanza di prospettive di crescita o di disponibilità da parte dei datori di lavoro ad una maggiore flessibilità (la stessa che si era riscoperta nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria), tantissimi lavoratori hanno detto basta e si sono chiusi alle spalle la porta dell’ufficio. Quasi la metà di questi ora, però, è pentita. 

Il contesto occupazionale ed economico attuale 

In questo momento le aziende, forti della crescita conseguente all’uscita dal periodo di emergenza Covid, sono alla ricerca di talenti e professionisti che possano sostenere tale ascesa. Un aspetto molto importante in questo contesto è l’engagement, oltre ad attrarre nuovi talenti, le imprese devono essere in grado di aumentare l’ingaggio di quelli che hanno già in casa, attraverso policy di welfare che mirino a soddisfare quelle richieste di maggior flessibilità e di un bilanciamento migliore vita-lavoro. 

La ricerca di nuove figure da assumere è sempre più spesso difficoltosa per le imprese, che vedono così minata l’opportunità di crescita.

Il punto di vista dell’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano

Come spiegato al Sole24Ore dal responsabile scientifico dell’Osservatorio Hr Innovation Practice del Politecnico di Milano, Mariano Corso, un’indagine di Doxa ha evidenziato che, su un campione di 800 lavoratori, provenienti da 100 aziende medio-grandi e rappresentativi tanto dei colletti bianchi che di quelli blu. 

I risultati dell’indagine Doxa 

Il 41% dei lavoratori intervistati che negli ultimi 24 mesi hanno cambiato azienda, hanno riferito di essersi poi pentiti della loro scelta. Questo perché le nuove condizioni di lavoro sono in fondo molto simili a quelle precedenti, le stesse che li avevano convinti a cambiare datore di lavoro. 

Qualcosa potrebbe forse cambiare se si adottasse la settimana corta? Ne abbiamo parlato qui.