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Tutto il ciclismo azzurro è in lutto per la morte di Luigi Ariente, brianzolo di Desio, oro olimpico nell’inseguimento a squadre all’Olimpiade di Roma 1960. Arienti aveva 87 anni. La formazione dei fantastici 4 di Roma 1960 era composta da Luigi Arienti, Marino Vigna, Franco Testa e Mario Vallotto. Arienti usava una bicicletta Colnago, che proprio con il ciclista desiano ottenne il primo grande successo internazionale e oggi è esposta nel museo Colnago “La Collezione”. Dopo il successo a Roma, Arienti fu professionista dal 1961 al 1972 e corse anche con la Molteni e la Ignis.

Il ciclismo piange Luigi Arienti, oro alle Olimpiadi di Roma ’60

La carriera di Arienti ebbe inizio grazie all’interessamento del fratello Angelo, che organizzò una corsa e invitò Luigi, dandogli in prestito una bici: il risultato della competizione disse primo Luigi e secondo Angelo. Luigi corse come Esordiente per la Salus di Seregno e nella stagione colse una vittoria, da Allievo furono invece 6 i successi, mentre l’anno successivo con il Pedale Cambiaghese le vittorie salirono addirittura a 14. Da Dilettante, nel 1958, dieci primi posti che sarebbero stati 15 l’anno successivo e 41 nel 1960, l’anno della definitiva consacrazione: titolo lombardo e laziale su pista e nel cross, i Giochi del Mediterraneo su pista, il trofeo De Gasperi e una prova olimpica su strada. Fino, come detto, all’oro olimpico.

La carriera di Luigi Arienti, professionista nella Molteni di Giorgio Albani

Dopo i Giochi capitolini, passò professionista nel 1961 alla Molteni con Giorgio Albani a fargli da direttore sportivo: due stagioni e 3 vittorie, quelle di Colonia, prova Trofeo Cougnet e circuito di Camaiore. Si dedicò poi alle corse su pista, con la Sei Giorni sempre nel mirino, tra cui quella di Milano.