Impronta idrica
Quando ci interroghiamo su come potremmo ridurre i nostri consumi di acqua e, di conseguenza, la nostra impronta idrica, molto spesso ci concentriamo solamente sul cambiamento delle azioni quotidiane che coinvolgono direttamente il consumo idrico, lavatrice, doccia, lavastoviglie ecc… In realtà esistono azioni molto più impattanti di queste e ancora più facili da mettere in pratica.Stiamo parlando della riduzione dell’acquisto di capi di abbigliamento, la cui produzione contribuisce una fetta importante del consumo di acqua nel mondo.
Lo studio del WWF
Ad esempio, il WWF ha calcolato che servono tra 10.000 – 20.000 litri di acqua per produrre un kg di cotone e per produrre il cotone necessario per realizzare un paio di jeans servono 3.800 litri di acqua, senza contare quelli necessari alle numerose tinture a cui il tessuto deve essere sottoposto per ottenere il caratteristico colore.
Inoltre, l’acqua reflua viene inquinata dai processi di lavorazione e di lavaggio dei tessuti, i quali rilasciano pesticidi, tinture e microplastiche (nel caso di tessuti sintetici).
Cosa puoi fare tu
Ecco come ovviare, almeno in parte, al problema:
- Acquistare, se possibile, capi realizzati in cotone biologico o organico, ottenuto da agricoltura sostenibile, che richiede il 71% in meno di acqua
- Scambiare i capi con amici, conoscenti o app anziché buttarli e comprarne di nuovi oppure rivolgersi ai negozi vintage, dove puoi scambiare, vendere o acquistare
- Prestare attenzione ai lavaggi in lavatrice, che siano eco e delicati, così da allungare la vita dell’abito
- Evitare, per quanto possibile, i tessuti sintetici
- Riparare e riadattare i capi che si sono rovinati o che non ti stanno più come vorresti (una gonna stretta può diventare una bandana, una giacca sgualcita può divenire un gilet ecc).