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Quel che fa specie, nel giorno della sentenza sulla Superlega, è che ci si ritrovi a far la conta dei danni in casa delle big, all’indomani del ko di Coppa Italia del Napoli (fragoroso 0-4 con il Frosinone) e dell’Inter, superata a San Siro dall’ex Thiago Motta e dal suo Bologna per 1-2.

Le scelte di Inzaghi con la Real Sociedad e con il Bologna in Coppa Italia

Appare infatti in tutta la sua evidenza un dato, che nulla vuol togliere alle prove della squadra di Di Francesco e agli emiliani, che hanno portato i colori rossoblù a un Natale come non se ne vedevano da decenni, lì dove si fanno addirittura sogni da grande Europa: nel calcio ipercongestionato di oggi – ma non da oggi ce lo si dice – competere su più fronti è mission impossible o quasi. Lo ha dimostrato lo stesso Simone Inzaghi, non tanto e non solo nella sfida di Coppa Italia, quanto nel precedente turno interno di Champions League contro la Real Sociedad. Quando, a dispetto di punti pesantissimi in palio per ottenere il primo posto, il tecnico dell’Inter ha obbedito alla ragion di stato e salvaguardato alcuni tra i suoi pezzi pregiati, quelli da mostrare al banco dei pegni per portarsi a casa la seconda stella. Di cui anche Zhang non ha fatto mistero di ambire.

I meriti di Frosinone e Bologna, i pensieri del Napoli e dell’Inter

La musica si ripete nella coppa nazionale e il merito degli exploit in trasferta di Frosinone e Bologna non possono esulare dalle considerazioni dei due club che, sulla carta, queste due partite le giocavano da favorite. Non fosse altro per la classifica, il blasone stesso e il fatto di ambire al passaggio del turno davanti al proprio pubblico. Mazzarri, intanto, aveva il pensiero rivolto alla Roma, prossimo avversario in campionato, e al Barcellona. Che sì arriverà con l’anno nuovo, ma inevitabilmente già assorbe ambizioni ed energie ai campioni d’Italia, in campionato ancora troppo zoppicanti. L’Inter, da parte sua, ha sì evitato il confronto con City, Real e quelle big che avrebbe potuto pescare da seconda dei gironi preliminari. Ma dopo la vittoria sulla Lazio e il momentaneo +4 sulla Juve in campionato, ha fisiologicamente, consapevolmente o inconsciamente alzato il piede dall’acceleratore nella partita con il Bologna, squadra che merita tutto il bene di cui si sta dicendo in queste settimane.

L’appello ignorato dell’Aic: in questo calcio si continua a giocare troppo

La frittata è fatta, se la si osserva da Napoli o Milano. L’impresa è compiuta, dicono invece in Ciociaria o sulla via Emilia. Ma il punto di partenza è anche il punto di arrivo: anche le big, quelle che vogliono e ambiscono a puntare più fronti, le loro scelte le debbono fare. Pena implosione di progetti e speranze, oppure infortuni come sanno bene anche dalle parti di Milanello. Umberto Calcagno, presidente Aic, ha denunciato come oggi si giochi quasi il doppio rispetto a quel che sarebbe consigliabile: 70 partite l’anno in media, contro le 38 suggerite dagli studi per salvaguardare l’integrità fisica dei calciatori. La nuova Champions League, dal 2024 intaserà ulteriormente i calendari. La Superlega non avrebbe fatto diversamente.
Stefano Arosio