pollution
⏱️ 2 ' di lettura

La corsa ad una maggiore sostenibilità e, dunque, la lotta al cambiamento climatico sono da diversi anni un tema centrale nelle politiche dei Paesi occidentali e non solo. Ad esse si sono dedicati investimenti e nuove leggi e le aziende ne hanno fatto un vessillo irrinunciabile… fino ad ora, o meglio, fino a Trump. 

Ormai prossimo a tornare alla Casa Bianca, il secondo presidente della storia americana ad ottenere un secondo mandato non consecutivo al primo – il solo a riuscirci prima di Trump era stato il democratico Stephen Grover Cleveland nel 1893 – è infatti pronto a fare piazza pulita in tema di sostenibilità al grido di ‘Drill, baby, drill’, letteralmente ‘Perfora, baby, perfora’ (facendo riferimento alle perforazioni necessarie all’estrazione di petrolio). 

Il clima secondo Trump: fuori dall’Accordo di Parigi e assenza Usa alle Cop

A chiarire fin dalla sua prima presidenza la posizione del tycoon rispetto alla transizione energetica e alla sostenibilità fu la decisione di rimuovere gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima, scelta che con tutta probabilità replicherà nel 2025, alla quale seguì una quasi totale assenza Usa alle conferenze Cop delle Nazioni Unite.

Proprio in occasione dell’ultima di queste conferenze sul clima, il climatologo Michael Mann aveva affermato che: “La stabilizzazione del riscaldamento climatico al di sotto del grado e mezzo sarà probabilmente impossibile con Trump”.

Con queste premesse, consolidate dagli interventi sull’argomento in fase di campagna elettorale e dagli oltre 100 provvedimenti a favore della sostenibilità cancellati nel corso del primo mandato, è facile immaginare che la seconda presidenza Trump non proseguirà l’impegno nella lotta al climate change riportata in vita da Biden. 

Nelle tappe della corsa alle elezioni, Trump ha infatti affermato di voler “mettere fine alla truffa del Green Deal” e ha ricordato che gli Stati Uniti hanno “più oro liquido di qualsiasi altro paese di gran lunga” invitando poi a proseguire sulla strada del petrolio con lo slogan ‘Drill, baby, drill’. 

Le grandi aziende che abbandonano la sostenibilità per seguire Trump

Dopo gli annunci di JpMorgan, Citi e Bank of America, anche il più grande fondo di investimento al mondo, BlackRock, sceglie di abbandonare la Net Zero Asset Managers Initiative. L’organizzazione, nata in occasione della Cop 26 di Glasgow, riunisce i più grandi player del mondo degli investimenti e della gestione patrimoniale sotto l’egida dell’impegno a contrastare il cambiamento climatico attraverso la riduzione le emissioni. 

La decisione di BlackRock arriva dopo i numerosi attacchi ricevuti da parte di esponenti politici repubblicani, che accusavano il fondo di portare avanti politiche ‘woke, accuse che avevano toccato anche alcune big tech sul fronte delle policy di diversity, equity and inclusion. La linea adottata dalla società di investimento aveva comportato anche azioni giudiziarie, come quella condotta dal Texas, che gli contestava di aver violato le leggi antitrust con l’adozione di strategie di sostenibilità che sopprimono la produzione di carbone.