L’attentato di Hamas in territorio israeliano e la strage di civili, il rapimento di oltre 200 ostaggi, la dura risposta militare nella Striscia di Gaza, l’ecatombe nell’ospedale di Gaza city per un razzo della cui provenienza le opposte fazioni restano arroccate sulle due posizioni del fronte: da Israele per Hamas, da Hamas per Israele. L’assalto alle ambasciate israeliane e americane in molti Paesi del Medioriente, la rabbia delle popolazioni arabe e poi ancora l’arrivo di Biden a Tel Aviv e l’incontro con Netanyahu. Quindi il summit annullato mentre il presidente americano era in volo verso la Terrasanta, con il no dell’egiziano Al-Sisi, del palestinese Abu Mazen e del re Abdullah di Giordania. Con il successivo arrivo a Tel Aviv del primo ministro britannico Sunak.
Le valigette di Putin per gli ordigni nucleari durante la visita in Cina
Il tutto, neanche a dirlo, mentre un’altra guerra infuria anche in Ucraina, da cui sono partiti i missili a lunga gittata forniti dagli Stati Uniti e che hanno fatto dire a Putin che “ci saranno gravi conseguenze”. E poi ancora il summit del presidente russo con il cinese Xi, il consolidamento di un rapporto che passa anche da quella passeggiata a favore di telecamera con le valigette nere degli ordigni nucleari.
L’attentato di Bruxelles e la sospensione di Shengen
Un astronauta che si trovasse a tornare sulla Terra a distanza di poche settimane da una missione spaziale, si troverebbe a fare i conti con un groviglio di tragedie difficili da accettare, complicate da comprendere e forse di ancor meno semplice soluzione.
Nel frattempo, un attentato a Bruxelles ha portato alla morte di due tifosi della Svezia, colpiti a morte da un militante Isis. Allarmi bomba sono riecheggiati in almeno 14 aeroporti francesi nella giornata di mercoledì 18 e l’Europa – con l’aggravarsi della situazione in Medioriente e il crescente livello di allerta terroristica – sospendono il trattato di Shengen sulla libera circolazione. L’Italia chiude la frontiera a est con la Slovenia, ripristinando i controlli in ingresso e rafforzando la vigilanza anche al confine con Austria e Svizzera. Sono 11 i Paesi del Vecchio continente ad aver attuato queste misure.