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Giovanni Malagò non tentenna, nemmeno di fronte alle difficoltà di dare una destinazione certa all’ormai chiacchieratissima pista da bob per le prossime Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026: “Non mi pentirò mai e confermo che saranno le migliori Olimpiadi invernali di sempre. Però”, e c’è un però, “è un calvario”.

Olimpiadi invernali di Milano Cortina: pista da bob in Italia o no?

Lo dice, Giovanni Malagò, in piazza Duomo a Milano. Location designata per l’accensione dell’albero natalizio che da tradizione accende le luci di Natale dalla festività di Sant’Ambrogio. Accanto al presidente del Coni e di Fondazione Milano-Cortina ci sono il sindaco Beppe Sala e il governatore lombardo, Attilio Fontana. E le parole di Malagò arrivano dopo la chiusura del cda di Fondazione, chiamato a rispondere essenzialmente al tema della pista da bob. Da Roma, poco prima, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva rilanciato un po’ a sorpresa il piano della pista a Cortina, poi abortita per i costi superiori ai 100 milioni. In contemporanea, il vicepremier di Forza Italia Antonio Tajani aveva difeso la pista che porta a Cesana Torinese, sostenendo la necessità che “i Giochi restino in Italia”. Con il Cio, di suo, che invece attende una “Mentre il Cio attende “decisione finale in un centro già esistente e pienamente funzionante fuori dall’Italia”.

Le tempistiche fissate dal Cio per trovare la soluzione alla pista da bob

Non che sia scenario osteggiato da Malagò, frustrato dal protrarsi di una situazione non tollerabile più a lungo. “Attendiamo qualcuno ci dia chiavi in mano”, sono state di nuovo le parole del numero uno del Coni. “Saremmo felici se fosse in Italia, altrimenti ci organizzeremo all’estero”.

I tempi stringono e il 13 dicembre Cortina e Cesana devono presentare la documentazione, che sarà sottoposta al nuovo cda del 19. Chiamato a esprimersi su qualcosa di concreto. In ogni caso, il Cio non intende attendere oltre il 30 gennaio. Oltreconfine, la Fondazione ha avviato approfondimenti sulle ipotesi Svizzera con Sankt Moritz, Austria con Innsbruck, Germania con tre alternative sul piatto e addirittura gli Stati Uniti con Lake Placid. Ipotesi su cui Sala ha espresso solo due parole: “Una follia”.