Come 28 anni dopo, anche il 15 dicembre 1995 è un venerdì. Quel giorno, la Corte europea di giustizia sentenzia che il calcio e lo sport in genere non sarebbero più stati gli stessi: sono infatti passati esattamente tre decenni dal giorno in cui non ci sarebbero stati più limiti nella circolazione dei calciatori comunitari all’interno dell’Unione europea.
Sentenza Bosman, sono trascorsi 30 anni: la rivoluzione nello sport
Al verdetto ci si arrivò dopo che Jean Marc Bosman, centrocampista belga, decise di trasferarsi a contratto scaduto dal Liegi al Dunquerque. Il club francese si rifiutò di pagare il parametro, vale a dire l’indennizzo stabilito dalle norme Uefa che sarebbe dovuto andare al Liegi e in quel caso pari a un miliardo e duecento milioni di Lire. Apriti o cielo: Bosman ricorse alla Corte di appello di Liegi, che nel 1993 rimandò il caso proprio alla Corte europea. Gettando le basi per una rivoluzione. Secondo l’autorità giudiziaria europea, infatti l’Uefa contravveniva all’articolo 48 del Trattato di Roma dell’1 gennaio 1958. E da lì partendo, la decise di abolire ogni limitazione all’impiego di calciatori comunitari nelle squadre dei Paesi membri Ue, così come le indennità di trasferimento. La sentenza sarebbe divenuta esecutiva il 19 febbraio 1996, abbattendo le frontiere in tutti gli sport, non solo nel calcio.
Sentenza Bosman 30 anni dopo: oggi in Serie A ci sono 360 stranieri
Il nome di Bosman sarebbe passato alla storia, ben più delle sue gesta su un campo di calcio. Anche per il triste destino – lui che era nato un 30 ottobre, come Diego Armando Maradona – che lo avrebbe portato a vivere da indigente e a lavorare come operatore ecologico. Ma senza quel caso di giurisprudenza, oggi in Italia non si avrebbe il composito mosaico di nazionalità che invece ci sono. Nella Serie A 2023-2024 gli stranieri sono infatti 360, in rappresentanza del 63,3% del totale di giocatori. Sono 68 i passaporti utilizzati per arrivare sui campi del massimo campionato italiano, con francesi, argentini e brasiliani a rappresentare più di ogni altro il planetario richiamo del pallone di casa nostra. Diverso nei numeri è invece l’apporto degli stranieri nel campionato cadetto: su 571 giocatori, sono “solo” 187 gli stranieri, per una percentuale che arriva comunque al 32,7%. Per giocare in B sono arrivati da 53 Paesi e dalla Francia innanzitutto, in termini numerici. Subito dietro, sloveni e albanesi. Lukaku e De Ketelaere, De Winter e Saelemaekers: sono 8 in tutto in A, 6 in B. Con Vandeputte -ex di Viterbese e Vicenza, oggi al Catanzaro – a rappresentare i belgi del nostro calcio. Figli putativi del calcio reinventato dal vallone Bosman.
Stefano Arosio