Inter-Derby
⏱️ 2 ' di lettura

Neanche fosse stato scritto in un copione cinematografico: il derby della Madonnina che ha consegnato all’Inter lo scudetto numero 20 si è consumato con un finale degno di una pellicola cinematografica, tra risse da saloon, annunciati colpi di scena finali (il pareggio del Milan) e una festa volutamente assordante, a San Siro (con i decibel sparati dalle casse dello stadio per guastare la festa ai cugini) e in piazza Duomo. Il cielo è giallo, sopra Milano. Ed è innanzitutto il colore dei fuochi d’artificio che illuminano una notte piovosa e con temperature invernali, di un lunedì di lavoro ma anche di festa per chi quello scudetto l’ha perso due anni fa e l’ha strappato proprio al rivale di pianerottolo.

Il derby della seconda stella all’Inter: in casa del Milan finisce 1-2

Milan-Inter 1-2 è l’epilogo del campo, per quel che il tabellino può raccontare: Acerbi e Thuram, poi Tomori nel finale per far gelare il sangue a un Inter che si è vista in 10 minuti mettere in discussione lo sfregio agonistico che aveva preparato in casa dei cugini. Poi i cartellini rossi a Theo Hernandez e Dumfries, a Calabria. Titoli di coda di un rispetto sul campo che è passato anche dagli spalti, al netto dei reciproci sfottò di rito, ma non dalla scelta poco elegante di zittire l’entusiasmo altrui mandando in frantumi i timpani di coloro che a San Siro c’erano per biglietto pagato o per lavorare.

Cosa resta di Milan-Inter: le parole di Pioli dopo la partita

Ma di Milan-Inter non resta solo quel che racconta il tabellino di fine gara, ma quel che vale una supremazia cittadina di titoli nazionali: vincere lo scudetto della seconda stella in casa del rivale di Naviglio, ottenendo al contempo il sesto successo consecutivo nelle stracittadine, è in ogni caso un elemento destinato a lasciare un segno nella partita della rivalità. E che in parte ripaga la sponda nerazzurra di Milano dello scudetto sfuggito di mano due stagioni addietro, per quella rimonta che il Milan di Giroud e Pioli riuscì a compiere, contro anche i pronostici del caso. E poi resta lui, Stefano Pioli, troppo solo in stagione di fronte a scelte societarie non semplici (l’arrivo ingombrante di Ibra dopo gli addii di Maldini e Massara, le bordate di Cardinale da Londra) e un rapporto non più “on fire” con la Curva Sud. “Ciclo finito? Non lo so”, ha malinconicamente ammesso Pioli mentre la sua ex squadra festeggiava. Forse consapevole anche lui che dopo questo derby non si potrà più tornare indietro.