Sarà stato il derby, sarà stata la stella, sarà stata una somma di considerazioni: quel che è certo è che mai si era vista una marea di tifosi così. A galleggiarvi sopra, il bus scoperto dei giocatori dell’Inter, nel giubilo di popolo che ha accompagnata la lenta processione tra lo stadio di San Siro e piazza del Duomo. Poco più di 8 chilometri, percorsi al passo record di 7 ore. Media oraria inversamente proporzionale a quella della squadra scudettata, che ha fatto il vuoto in campionato e il pieno di entusiasmo sulla sponda del Naviglio che ha i colori neri e azzurri.
Inter, seconda stella e festa scudetto: Milano paralizzata per ore
Il 2-0 al Torino sul campo si è accompagnata una pacifica invasione di strade da parte di 300mila tifosi: marciapiedi, balconi e qualsivoglia supporto verticale che consentisse ai tantissimi tifosi interisti di accompagnare, scortare e osannare il pullman dei giocatori e quello dello staff, che seguiva di una manciata di metri. Basti pensare che l’arrivo del bus sulla terrazza Duomo 21 era previsto per le 21, ma è arrivato con un paio d’ore di ritardo. I discorsi dalla terrazza con microfono in mano, i fuochi d’artificio con lo sfondo della cattedrale milanese, lo stuolo di bandiere ai piedi dei giocatori su quell’altare laico del tifo che ha portato l’Inter lassù.
La festa dell’Inter e lo striscione di Dumfries su Theo Hernandez
Certo, non è mancata qualche nota stonata. Che se da una parte ha alimentato il senso d’appartenenza e la risposta alla pancia del tifo, dall’altra ha finito per portare all’apertura di un’inchiesta della Figc: sotto accusa lo striscione mostrato da Dumfries, con il milanista Theo Hernandez in versione canina e con tanto di guinzaglio al collo, retto proprio dall’olandese che nel derby con il francese aveva avuto screzi e cartellino rosso. A cappello della lunga giornata di festa voluta per celebrare l’occasione della seconda stella, le parole più significative sono poi state quelle dell’amministratore delegato Beppe Marotta. Uno che di titoli ne potrebbe riempire una soffitta, ma pronto a dire: “Una serata così, non l’avevo mai vissuta”.