L’Italia è tra i Paesi europei più inquinati e la Lombardia è una delle regioni italiane dove si registrano le più alte concentrazioni di inquinanti, complice anche la posizione geografica nella Pianura Padana. Questo fa capire quanto sia importante tenere sotto controllo lo smog e l’inquinamento dell’aria in questa regione. Milano è tra le città maggiormente attenzionate, ma anche Cremona e Brescia non sono da meno.
Come avviene il monitoraggio dell’inquinamento dell’aria
Dell’analisi della qualità dell’aria si occupa Arpa, la cui rete di rilevamento in Lombardia è dotata di 83 stazioni fisse che, per mezzo di analizzatori automatici, forniscono dati in continuo ad intervalli temporali regolari.
Sul sito ufficiale di Arpa Lombardia si legge: “Le specie di inquinanti monitorate in continuo sono Nox,So2, Co, O3, Pm10, Pm2.5 e benzene. A seconda del contesto ambientale (urbano, industriale, da traffico, rurale, etc.) nel quale è attivo il monitoraggio, diversa è la tipologia di inquinamento che è necessario rilevare. Le postazioni regionali sono distribuite su tutto il territorio in funzione della densità abitativa e della tipologia di territorio rispettando i criteri di definiti dal D.Lgs. 155/2010”.
Quali sono i livelli ritenuti accettabili e chi li ha superati
Una città supera i limiti giornalieri di inquinamento se la media di quel giorno delle polveri sottili è superiore ai 50 µg/m³.
Nel 2024 le città lombarde che hanno superato questa soglia per quel che riguarda il Pm10 sono Milano, che ha sforato il limite per ben 68 giorni, Cremona, con 57 giorni oltre la soglia, Brescia, con 56 giorni, e Monza con 54.
Dal punto di vista del Pm2.5 Monza registra i dati peggiori, alla quale seguono Cremona, Brescia, Lodi e Milano, quest’ultima con una media annuale di 21 µg/m³.

