Centrali nucleari
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Si torna a parlare di nucleare

Con la campagna elettorale dell’estate 2022, che ha portato alla vittoria Giorgia Meloni, è tornato in auge un tema da parecchio tempo messo da parte, quello dell’energia nucleare. A rendere il dibattito ancora più acceso sono le difficoltà determinate dal caro energia e dalla guerra russo-ucraina nonchè la corsa alla transizione ecologica, che vorrebbe trovare nelle sole fonti rinnovabili il 100% del fabbisogno energetico.

Una sfida non da poco… anche se c’è chi sostiene che entro il 2035 le fonti rinnovabili copriranno il 35% del fabbisogno annuale di energia, come abbiamo spiegato qui.

La situazione in Italia

Le centrali nucleari sembrano destare timore negli abitanti dello Stivale, come dimostrano gli esisti delle consultazioni popolari svoltesi negli anni.
Nel 1987, dopo il disastro di Chernobyl, il partito dei Radicali chiese tre referendum abrogativi che, pur non vietando la costruzione di altre centrali, la rendevano assai difficile. Vinse il sì, con una maggioranza dell’80%. Nel giro di pochi anni tutti i 4 impianti presenti sul territorio nazionale vennero chiusi e mai più riattivati.
In seguito alla proposta del Governo Berlusconi di riaprire le porte al nucleare in Italia, l’Italia dei Valori lanciò una nuova iniziativa referendaria per l’eliminazione del nucleare. Il 94% dei votanti (pari al 57% degli aventi diritto nel giugno 2011) scelse di dire no alle centrali nucleari.
A preoccupare non è soltanto la sicurezza degli impianti ma anche i processi di smaltimento delle scorie, la cui radioattività perdura da qualche decina di anni fino a diverse migliaia di anni.

Dopo questi esiti, si potrebbero comunque riaprire le centrali esistenti o costruirne di nuove?

Le 4 centrali esistenti (situate a Trino, Caorso, Latina e Garigliano) sono in fase avanzata di smantellamento, dunque una loro riapertura e rimessa in attività è impossibile.
La costruzione di nuove centrali richiederebbe fino a 20 anni, durante i quali si dovrebbero continuare ad utilizzare anche le fonti energetiche fossili. Inoltre, anche l’opinione pubblica, storicamente contraria all’energia atomica, potrebbe influire sull’ipotesi di un ritorno al nucleare.
L’Italia è l’unico Paese del G7 a non essere dotato di centrali nucleari attive.