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Norme troppe eterogenee e sanzioni sproporzionate, sono queste alcune delle criticità rilevate dall’Ufficio Massimario della Cassazione nelle 129 pagine di relazione stese dopo l’esame approfondito del decreto sicurezza, che riprende quasi alla lettera – come rilevato dalla Corte Suprema – i contenuti del ddl sicurezza approvato alla Camera dei deputati il 18 settembre 2024. 

Il decreto legge analizzato dalla Cassazione è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 11 aprile 2025 ed è entrato in vigore il giorno successivo, dopo l’approvazione in via definitiva al Senato il 4 giugno.

Secondo l’Ufficio Massimario della Corte Suprema mancherebbero anche i requisiti di straordinaria necessità e urgenza, presupposto per il rapido via libera alla trasformazione in legge, avvenuta il 9 giugno di quest’anno, di un decreto del tutto simile al ddl già approvato alla Camera nel 2024.

La scelta del decreto legge infatti, spiegano dalla Cassazione nella relazione, ha “una serie di conseguenze: l’accelerazione dei tempi di discussione, la conseguente contrazione della possibilità di apportare emendamenti, che saranno comunque sempre pro futuro, la complessiva compressione del pieno dispiegarsi di quei tempi e modi di dibattito, di esame e di voto che dovrebbero caratterizzare la funzione legislativa, in particolare in materie coperte da riserva di legge, come sono i diritti di libertà e la materia penale”.