Un bravo giornalista deve conoscere rispettare le norme e i principi della deontologia professionale. Ma cosa significa esattamente?
Etimologia e significato del termine ‘deontologia’
Con la parola deontologia, derivata dal greco (τό) δέον – οντος, che significa ‘il dovere’, e -λογία, che significa ‘studio, dottrina’, si fa riferimento all’insieme delle regole morali che disciplinano l’esercizio di una determinata professione.
Chi deve conoscere la deontologia del giornalista?
La deontologia del giornalista viene studiata da tutti coloro che intendono cominciare a praticare la professione e, in particolar modo, la sua conoscenza è strettamente necessaria per sostenere l’esame di abilitazione a giornalista professionista.
I principi chiave della deontologia del giornalista
- Come sancito dalla sentenza 122/1970 della Corte costituzionale, la libertà di informazione e di critica sono il diritto insopprimibile dei giornalisti: “Le libertà fondamentali affermate, garantite e tutelate nella Parte prima, Titolo primo, della Costituzione della Repubblica, sono riconosciute come diritti del singolo, che il singolo deve poter far valere erga omnes. Essendo compresa tra tali diritti anche la libertà di manifestazione del pensiero proclamata dall’art. 21, primo comma, della Costituzione, deve senza dubbio imporsi al rispetto di tutti, delle autorità come dei consociati. Nessuno può quindi recarvi attentato, senza violare un bene assistito da rigorosa tutela costituzionale”
- i limiti della libertà di informazione e di critica sono quelli della tutela della persona umana e del rispetto della verità sostanziale dei fatti riportati
- esercitando la libertà di informazione, il giornalista deve sottostare ai doveri di buona fede e di lealtà
- secondo l’articolo 8 della legge 47/1948 sulla stampa, la pubblicazione della rettifica in caso di pubblicazione di notizie inesatte è un obbligo per il giornalista. Secondo la deontologia, il redattore deve effettuare tale rettifica prima che la parte lesa faccia presente l’inesattezza
- il giornalista è tenuto al segreto professionale sulla fonte delle notizie qualora queste abbiano carattere fiduciario. Lo stabilisce l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (legge 4 agosto 1955 n. 848) e dalle sentenze Goodwin, Roemen e Tillack della Corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo. La Convenzione europea tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a “ricevere” notizie.
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