Sessant’anni e qualche giorno: tanto è trascorso da quella che sarebbe passata alla storia come la “Rapina del secolo”. Mica roba che accade tutti i giorni, per l’appunto, soprattutto con quelle proporzioni, quelle modalità e per la eco che avrebbe avuto anche negli anni a venire.
La morte in pista a Monza di Pittard nel giugno 1967
Non è un film alla 007 o alla Bond, sebbene ci sia un altro James ad essere protagonista del fatto. Il suo nome è Roy ed è un pilota e come in un “giallo” che si rispetti occorre partire dal fondo e risalire a ritroso gli eventi, per cercare la pistola fumante. Monza, 10 giugno 1967, la corsa è il “Gp dell’autodromo”. Boley Pittard, promettente pilota inglese di Formula 3 muore nella sua monoposto, una Lola, non appena viene dato il via alla gara. Un rogo violento che non lascia scampo al pilota e una dinamica che non convinse tutti. Tra le varie teorie, che contemplano anche la presenza di un giubbotto ignifugo della Dunlop, qualcuno avanza il sospetto che si sia trattato di un incidente voluto, visto che Pittard aveva intenzione di vuotare il sacco. Sì, ma su cosa?
Il treno tra Glasgow e Londra e il bottino di milioni di Sterline
I fatti risalgono a quattro anni prima e portano a Glasgow. O, meglio, al treno che fa la spola da Londra. E che nella tiepida sera del 7 agosto 1963 trasportava un carico di denaro che sarebbe stato quantificato in 2.631.784 sterline. Al cambio d’oggi, oltre 40 milioni. La manomissione di un semaforo ferroviario fu il tramite per l’assalto al treno e il prelievo delle borse di denaro, prima della fuga in auto di James, pilota di Formula Junior. Uno che, per dire del suo valore al volante, vinse sullo storico circuito di Brands Hatch proprio nel giorno in cui debuttò alla guida un mostro sacro del motosport internazionale come Mike Hailwood, idolatrato decenni dopo anche da Valentino Rossi.
Ebbene, dopo il colpo al treno, c’è James a guidare la Land Rover carica di monete e milioni di Sterline verso una fattoria della campagna inglese, dove si sarebbe spartito il bottino tra gli altri con un altro pilota, Micky Ball. Sodale di James in un colpo effettuato a Heatrow nel dicembre precedente, ai danni di un portavalori. Da cui si erano allontanati – James e Ball – sfruttando le loro doti di pilota. Sì, perché anche Ball aveva quelle doti di guida che potevano tornare utili in una fuga, specie se a bordo dell’auto (in quel caso una Jaguar) c’erano migliaia e migliaia di monete come passeggero.
James, Ball e la vita sulle coste del Brasile di Biggs
James e Ball, insomma, il loro asse criminale l’avevo sperimentato già in precedenza e perfezionato anche nella rapina al treno, poi per l’appunto ribattezzata Rapina del secolo. Scotland Yard risalì però alla banda e 13 sui 15 coinvolti vennero catturati. Tra cui anche James, che come tutti coloro che volevano aver successo nel mondo dei motori aveva bisogno di soldi da investire. Tra chi riuscì a scappare ci fu Ronnie Biggs, che trascorse poi da nababbo gli anni a venire sulle coste del Brasile, al ritmo del suono delle onde e di feste in costume. Finché nel 2001, a 71 anni e tre ictus alle spalle, ha deciso di tornare nella madre patria britannica e consegnarsi alle autorità giudiziarie, ironizzando sul fatto che avesse semplicemente avuto voglia di una birra in un pub inglese.
Rapina del secolo, Bernie: “Perché rubare solo 25 milioni di euro?”
Ma gli anni e gli intrecci mai del tutto svelati si ingarbugliarono ulteriormente con il tempo, mischiandosi a supposizioni e interpretazioni che hanno addolcito il confine tra realtà e fantasia. La morte di Pittard a Monza ne è un esempio, il presunto coinvolgimento di future icone dello sport motoristico come Colin Chapman (fondatore della Lotus) e Bernie Ecclestone (prima team manager della Brabham, poi padre padrone della Formula 1). Uno che con James ebbe rapporti stretti, tanto da affidargli – appena scarcerato – la realizzazione del premio vittoria per chi in Formula 1 avesse tagliato per primo il traguardo. Una decina di anni fa, Ecclestone disse in proposito di un suo ipotetico coinvolgimento nella Rapina del secolo e degli scambi di favore con James. “Perché dovrei rubare un treno con solo 25 milioni di euro? Chiesi a Roy James di disegnare un trofeo che consegniamo ogni anno agli organizzatori, ma solo perché era un bravo orafo”.