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La notte del 26 aprile 1986, vicino alla cittadina ucraina di Prypyat, esplode il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl: ciò che ne è conseguito è cosa nota. Una catastrofe epocale e la morte di migliaia di persone, danni irreversibili sia ai pochi sopravvissuti che alle generazioni a venire.

Il disastro nucleare di Chernobyl e lo Stroitel Pripyat cancellato dal calcio

Tra i tanti colpiti, l’esplosione cancellò anche le speranze dell’Fc Stroitel Pripyat, la squadra di calcio locale fondata a metà degli anni ’70 per dare svago ai lavoratori della centrale nucleare. I giocatori infatti erano anche operai e avevano perciò bisogno di rilassarsi durante il tempo libero (Stroitel, dal cirillico, significa letteralmente builders, ovvero costruttori).

Il club partecipò al primo campionato alcuni anni dopo, nel 1981, iscrivendosi nella quinta serie della lega calcistica sovietica. Dopo aver vinto 3 campionati a livello regionale, la svolta arriva nel 1985: con la guida di Anatolia Shepel, ex giocatore di Dinamo Kiev e Dinamo Mosca, il team arriva secondo in campionato, riuscendo così ad ottenere la promozione in quarta lega. Per la prima volta la squadra punta al successo a livello nazionale.

Il disastro nucleare di Chernobyl e lo stadio mai usato dal Pripyat

Per l’occasione, dopo anni e anni passati a giocare in un campetto di periferia, si era deciso che lo Stroitel Pripyat avrebbe giocato presso un nuovo stadio: l’Avanhard. Il complesso per l’epoca era all’avanguardia, poteva ospitare fino a 11mila persone (di cui 5mila a sedere) ed era fornito di una tribuna centrale coperta. I lavori, avviati per permettere alla squadra il salto di qualità, sarebbero dovuti finire in tempo per l’1 maggio 1986, giorno in cui lo Stroitel avrebbe giocato la prima giornata di campionato. Purtroppo nessuno ha mai calciato un pallone in quello stadio: a pochi giorni dall’inaugurazione, il disastro nucleare di Chernobyl cancellerà per sempre le speranze di migliaia di persone e i sogni di gloria di una città che aveva nel calcio il suo unico vero svago.