Alcarazz-vs-Sinner
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Non che ci fossero troppi dubbi, in precedenza. Solo, il Roland Garros ha aggiunto una serie di conferme: il duello del tennis di oggi (e del futuro) è quello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Lo dicono i numeri, con Jannik primo e lo spagnolo secondo nel ranking Atp. Lo dice il campo, con gli ultimi due Slam finiti uno per parte. Lo dice l’età: sono i più giovani tra i top 10. E lo suggerisce la logica: basta vederli giocare, per capire che hanno qualcosa in più in termini di repertorio, fame, continuità.

I due Slam in più già vinti (dal più giovane) Alcaraz rispetto a Sinner

Alcaraz, a prescindere dalla classifica, parte con un margine di vantaggio: pur avendo due anni in meno, conta due Slam in più, con un centro su ogni superficie. E non fa mistero di guardare oltre: “Raggiungere i 24 di Djokovic? So quanto sia difficile vincerne anche solo uno, ma sarebbe un sogno e chissà mai, in futuro…”. Mentre Jannik mantiene il profilo basso tipico della sua natura, pur avendo chiaro il piano, fatto di ambizione e lavoro: “Quella contro Carlos è stata una sconfitta dura da digerire, ma come sempre saprò trarne degli insegnamenti”.

I confronti tra Alcaraz e Sinner: lo spagnolo in vantaggio

Alcaraz è avanti anche nei testa a testa, sia in generale (5-4 nel Tour maggiore, 6-4 con i Challenger), sia negli Slam (2-1), con due successi che fanno male viste le circostanze in cui sono maturati. Ma la vicenda è solamente all’inizio. E il fatto che Sinner abbia dimostrato di poter battere il rivale anche su terra, anche sulla distanza dei 5 set, depone a favore di un equilibrio trasversale, che copra tutte le superfici.

Dunque non una riedizione di Federer-Nadal. A proposito di Big 3, restano un paio di considerazioni importanti, nel momento in cui sta nascendo questa nuova diarchia. La prima: un terzo incomodo prima o poi potrà arrivare, e anche se non sarà Rune, inizialmente atteso come sfidante, sarà qualche Next Gen che magari oggi non vediamo ancora all’orizzonte. La seconda: non si chiede a Sinner e Alcaraz di ripetere le imprese di Roger, Rafa, Nole. I quali hanno segnato un’epoca unica e difficilmente riproducibile per spettacolo, numeri e continuità. Jannik e Carlos scriveranno la loro storia, nel loro tempo, a modo loro.