Come un embrione che viene immaginato, voluto e accudito nel ventre di una palazzina che si sviluppa sottoterra. Gli pneumatici Pirelli nascono così: pensati al computer, sagomati nei loro esemplari e sottoposti alla sgorbiatura, pratica manuale che incide il battistrada seguendo disegni funzionali all’aderenza, al tipo di vettura e attenti nel non generare frequenze acustiche fastidiose.
Lo pneumatico che prende vita parte proprio dalla un’idea feconda che diventa prototipo fisico e prima di nascere ed entrare nel mercato deve superare una lunga gestazione.
Quei “tatuaggi” agli pneumatici e il rotolamento sussurrato
Tutto prende forma nella pancia dello stabilimento Pirelli dell’omonima via milanese, in zona Bicocca: basamenti altissimi, molle ad aria per attutire rumori e vibrazioni durante la fase di test, 9 metri sotto terra. Dalle biciclette alla Formula 1, i segreti della casa milanese sono tutti lì. Dopo l’intaglio manuale del battistrada per realizzare i prototipi (per le vetture su strada e quelle da pista, con anche decorazioni e design da concept art per le richieste delle singole case), si passa alla valutazione dell’impatto rumoroso che gli pneumatici provocano nell’attrito con le diverse tipologie di asfalto.
E tipologie di vetture, con diverse case madri che formulano e avanzano specifiche richieste, con conseguente messa a punto di disegni, grafiche e lamelle che creano campi di frequenza diversi e che devono sottostare a determinati range di inquinamento acustico. Quello esterno, chiaramente, ma anche quello percepito nelle vetture stesse. Con il paradosso di considerare anche le istanze di troppo silenzio che accompagna – al giorno d’oggi – i veicoli elettrici. I requisiti comunitari che stabiliscono i parametri entro cui muoversi sono legge dal 2001 e nel tempo sono andati via via affinandosi, determinando sagome sempre nuove e funzionale dei “graffi” apposti alle ruote.
Dalla teoria alla pratica, come nascono gli pneumatici Pirelli
Con un’artigianalità in una prima fase determinante per sviluppare e testare quel che il concetto teorico ha elaborato in precedenza. L’intervento dei tatuatori degli pneumatici è propedeutico infatti al rotolamento degli pneumatici su appositi nastri, accompagnati da microfoni e sensori, in bunker insonorizzati da cuscini che trattengono la rumorosità pur simulando il campo aperto.
L’importanza del concetto di rumorosità di un veicolo, sia esso a due o quattro ruote, passa di fatti anche dal concetto di qualità percepita da chi sta nell’auto ad ascoltare anche le frequenze più basse. Il peso delle auto, la conformazione stessa del mezzo agiscono diversamente sullo pneumatico, traducendosi in accezione negativa con la scarsa qualità del veicolo che viene acquistato.
L’importanza della Formula 1 e le ricadute sullo stradale
Le implicazioni economiche e di strategia aziendale sono presto dette e portano a un lavoro di estrema ricerca sui tanti fattori in gioco: dalle spalle basse alle variabili di usura, dalla gestione della coppia alla salvaguardia della qualità di frenata e al concetto di sicurezza ad esso connesso, mantenendo al tempo stesso in cima alla lista anche proprio il concetto di acustica. Tante variabili da tenere in considerazione, mai come in Pirelli ricordando che “la potenza è nulla senza controllo”, come recitava il claim marketing che tanto successo ha avuto. Non solo passato, però. Perché lo sguardo è innanzitutto verso il futuro, con la necessità di intercettare lo sviluppo dei mercati e le richieste ad esso connesse. Anche per questo nelle control room si valutano angoli di piega, carichi e le prestazioni su un nastro piano, forze laterali e longitudinali portate al più alto carico di stress, ma anche tempistiche di warming up (attraverso termocamere) per le competizioni, utilizzando come palestra proprio quel che avviene in Formula 1. Prima del travaso sullo stradale.