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E dire che fino all’ultimo si è anche rischiato di non correre, perché l’ok all’omologazione della pista è arrivato proprio al fotofinish. Eppure non solo in India la MotoGp ci ha corso, ma anche richiamato qualcosa come 112mila spettatori sulle tribune e – soprattutto – ha riaperto un Mondiale che solo un paio di settimane fa non era chiuso ma rischiava di sembrarlo.

MotoGp in India: cade Bagnaia, vince Bezzecchi, ma recupera Martin

Alla prima assoluta, il Gp d’India si prende un voto che supera non di poco la sufficienza e offre a Jorge Martin la possibilità di prendersi davvero la scia di Pecco Bagnaia, ormai solo 13 punti più su nella classifica iridata. Fossimo in un altro sport, si potrebbe parlare di zona drs, ma la verità è che il rischio sorpasso in classifica si fa ora non solo reale, ma anche possibile. Perché Bagnaia, caduto a 8 giri dal termine, si è portato dietro nella generale non solo lo spagnolo, ma anche Marco Bezzecchi. Ora a 44 punti dalla vetta, dopo il successo proprio in terra indiana.

Il Mondiale di MotoGp e i 7 appuntamenti per l’iride

Di pepe sul Mondiale, insomma, ne è stato versato in abbondanza dalla tappa indiana. Tanto che dopo il Buddh Circuit la corsa all’iride sembra potersi portare appresso quel sapore al curry che sarà difficile da togliere prima di sparecchiare la stagione. Lo dicono i numeri: Bagnaia a quota 292, Martin 279 e Bezzecchi a 248. Quando di gare ne mancano 7: Giappone, Indonesia, Australia, Thailandia, Malesia, Qatar e Spagna.

Per Bezzecchi, i titoli d’apertura sono d’obbligo: lui che è stato prima tamponato da Marini alla prima curva della sprint race, poi ha sfogato la propria frustrazione sugli pneumatici che l’hanno portato a una gran rimonta sulla gara lunga. Inevitabile che il Team VR46 qualcosa più di un pensierino per il titolo ce lo stia facendo, invogliato nel farlo dalla quinta caduta stagionale del campione del mondo in carica. Che a fine gara si è scusato di quello che è stato “errore mio. Ero al limite, è stata una sbavatura”. La capacità di non sapersi accontentare è la critica che ora il motomondo rivolge a Bagnaia, con una Ducati che ora sa di dover mantenere l’equilibrio per parare gli affondi sia del Bez che di Martin, quantomeno sfavoriti dai pronostici ella vigilia del Mondiale. Anche se, moto ufficiale o versioni 2023 o 2022 che sia, sarà sempre un pilota di Borgo Panigale a salire sul gradino più alto.