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Nei tempi dell’algoritmo e dei match analyst, delle squadre con il baricentro calcolato al centimetro nelle diverse fasi di gara, delle statistiche funzionali tanto a mister quanto al betting, non stupisce che sia l’intelligenza artificiale a entrare in campo per chiedersi chi, nella storia del pallone che rotola, si merita una maglietta da titolare nella top 11 di sempre.

La top 11 di sempre messa in campo dall’intelligenza artificiale

Così, se diplomazia e prudenza sfoderano il pilatesco “non si possono paragonare campioni di epoche diverse”, ci pensa l’intelligenza artificiale a digerire tonnellate di bit e statistiche per comporre la squadra migliore di sempre. O quantomeno a tentare di farlo, proprio la qatariota BeIn Sports ha fatto attraverso a ChatGpt. Il canale televisivo, che anche in Italia sta mettendo radici, ha chiesto a computer e simulatori di schierare in campo il meglio che il calcio internazionale avesse da offrire, da oggi al calcio d’inizio del football.

I criteri di scelta della top 11 di sempre

Già qualcosa ci sarebbe da ridire sullo schieramento, un 4-2-4 poco sostenibile tatticamente e snaturato anche nei ruoli, visto che là dove i mediani di fatica dovrebbero supportare un avanti a quattro punte ci sono invece Xavi e Zidane. Due dai piedi sopraffini ma dal chilometraggio non propriamente adatto alla quantità, durante le loro eccellenti carriere da calciatori. Ed è proprio qui che la squadra dei presunti imbattibili mostra una seconda crepa: è la qualità (appurato che non sia la funzionalità all’ipotetico gioco di squadra) a far propendere per un Cafu al posto di un Pizzaballa di turno? Oppure sono i pur importanti successi collezionati in carriera (grazie inevitabilmente anche ai meriti di squadra) a far pendere il piatto della bilancia in loro favore? Valga un esempio, che tutto vuole essere fuorché irrispettoso: Simone Padoin, si argomentava negli scorsi anni, ha vinto più trofei di Francesco Totti. Ma non sarebbero in molti a scegliere l’ex centrocampista Juve in una squadra dei top, a discapito dell’ex romanista.

L’attacco delle meraviglie nella top 11 della storia del calcio

Ma questa lettura aiuta a comprendere anche altre scelte adottate dall’intelligenza artificiale per schierare ad esempio Cafu e non Baresi o Scirea, in una difesa che conta anche Maldini, Beckenbauer e Roberto Carlos, ma non Facchetti.
Tornando sul ruolo in mediana, ci sarebbe anche da discutere se effettivamente Zidane sia stato o meno più grande di Platini, escluso dai migliori di sempre al pari di Cruijff ma pure di Di Stefano. Sì, perché nel reparto attaccanti (che di Meazza, Baggio e Rivera, al di sotto delle Alpi, conoscono il valore meglio di quanto faccia il computer interpellato dall’emittente del Qatar) c’è un quartetto su cui è effettivamente difficile aver da ridire. Ok, mancano Van Basten e Ronaldo “Il Fenomeno”, ma togliere il posto a uno tra Cristiano Ronaldo, Pelè, Maradona e Messi diventa pressoché impossibile.