Nella memoria condivisa ci sono le immagini impresse dalla potenza comunicativa del cinema. Un film, del 1993, ne racconta il dramma con la forza evocativa delle immagini e di una narrazione in parte romanzata, ma che parte da un fatto vero nella sua più cruda verità.
Il rugby dell’Uruguay e i sopravvissuti del disastro aereo
Alive, il titolo del film, si accompagna a quello che giornalisticamente parlando potrebbe essere definito catenaccio e che in questo caso agevola la spiegazione di una parola anglofona per riassumere in italiano la violenza di un concetto: sopravvissuti. Sopravvissuti lo furono, in effetti, i membri della squadra rugbistica universataria, partita dall’Uruguay e precipitata sulle Ande nell’ottobre del 1972. Il loro aereo si schiantò prima di raggiungere la destinazione finale, il Cile, e tra i ghiacci andini i superstiti del disastro aereo avrebbero conosciuto un nuovo dramma. Quello di compiere una scelta di sopravvivenza e di cibarsi dei corpi dei loro compagni morti, per restare in vita. Non una fiction, ma una tragedia umana e psicologica di chi l’ha vita non la perse nell’incidente e decise anzi di restarvi agganciato anche nel più impensabile dei modi. Fu grazie a quella scelta estrema che due di loro riuscirono a varcare il confine di vette imbiancate e a raggiungere il Cile, proprio per chiedere soccorsi e salvare 16 dei 33 iniziali sopravvissuti.
Mondiali di rugby: Italia in campo contro l’Uruguay
Ma quegli uomini si salvarono da rugbisti e perché rugbisti, forti di una tempra fuori dal comune e di un modo di essere e intendere la vita che li ha consegnati loro malgrado alla storia.
Ci saranno anche questi pensieri oggi a scendere in campo ai Mondiali di rugby in Francia, con l’Italia che sfida proprio i sudamericani dopo la vittoria per 52-8 con la Namibia all’esordio. Un girone di ferro, quello degli Azzurri, che hanno preso nota della sconfitta uruguaiana all’esordio: 27-12, ma contro la corazzata francese, padrona di casa. La vittoria, non facile, è comunque l’obiettivo unico dell’Italia, che poi dovrà affrontare in serie Nuova Zelanda e la stessa Francia. Se non mission impossibile, quasi. Vincere contro l’Uruguay, per l’Italia significherebbe innanzitutto aggrapparsi al terzo posto del girone e quindi alla qualificazione diretta per i Mondiali australiani del 2027. E consentirebbe poi di sognare anche qualcosa di più grande.