Inutile girarci intorno: serviva qualcosa del genere per riportare l’attenzione del grande pubblico, quello che grande lo è diventato vivendo l’epopea di Valentino e che poi – orfano del 46 – da staccate e sorpassi da “tutti in piedi sul divano” si è distaccato.
Nonostante ci sia un italiano su moto italiana a fregiarsi del titolo di campione del mondo, nonostante sia una moto che nasce a Borgo Panigale a dettar legge ormai da tempo.
Mondiale MotoGp riaperto: dopo Motegi, solo 3 punti tra i primi due
Ma la MotoGp aspetta altro e Pecco Bagnaia da Torino l’ha accontentata. Sicuramente in modo involontario, ma il merito gli resta: quello di aver riaperto un Mondiale che sembrava chiuso e che invece con la caduta in Spagna ha detto che proprio un motociclista iberico, Jorge Martin, poteva avanzare la candidatura a prendersi lui il titolo iridato.
La Ducati protagonista del Mondiale. E ora arriva anche Marquez
Tra gare sprint e Gp nella loro più canonica accezione, Martin ha fatto il resto. Completando l’opera di ricucire il divario a Motegi, Giappone, dove la distanza tra lui e il leader della classifica piloti si è ridotta a 3 dai 62 punti che era. Merito di Martin, demerito di Bagnaia, si potrebbe frettolosamente sentenziare. Perdendosi però per strada un altro fattore che con la moto ha a che fare: l’italiano, in sella a una Ducati ufficiale, il primo posto se lo vede insidiare da un ducatista del team Pramac. Che in classifica ha staccato quasi irrimediabilmente Marco Bezzecchi, ducatista del team VR46. La casa bolognese monopolizza la massima categoria motoristica, insomma, tanto che dopo il diluvio giapponese anche Marco Dall’Igna, diggì Ducato Corse, ha confermato a Sky che il prossimo anno sarà ducatista pure Marc Marquez. Uno che in fondo cerca a sua volta un riscatto, dopo gli anni di Valentino. Proprio come la MotoGp.