La cosa bella è che l’aereo l’hanno già preso in molti e che i lavori nel paddock e per il trasferimento delle squadre si sono messi in moto per tempo. Ma, tecnicamente, ancora non s’ha certezza del fatto che domenica 24 settembre si possa effettivamente correre il primo Gran premio di MotoGp a Nuova Delhi.
MotoGp in India: le ore d’attesa per l’omologazione del circuito
Il punto è presto detto: per il circuito che giusto 10 anni fa ospitato l’ultimo dei suoi tre Gp di Formula 1, l’omologazione per farci correre le moto non è ancora arrivata. Il gigante asiatico, una delle economie con tasso di crescita maggiore a livello planetario, non solo rappresenta una destinazione che va gola al mondo motoristico, sportivo ma anche e soprattutto economico. Ma può davvero rappresentare anche una nuova destinazione sportiva, sull’esempio di quanto sta avvenendo anche in altre economie in crescita, Arabia nel calcio su tutte.
La corsa su Buddh international circuit, a 60 chilometri dalla capitale indiana, comincia insomma ancor prima che iniziare in pista. Perché al di là dell’omologazione Fim, indispensabile per correre e attesa solo alla vigilia delle prove libere, nelle ultime ore si sono registrate anche problematiche di accesso al Paese, a causa di una farraginosa procedura di ottenimento dei visti necessari che sta frenando (e non poco) l’organizzazione stessa dell’evento e l’organizzazione logistica del Gp.
MotoGp senza sosta: 8 gare in 10 weekend prima del finale
Il tutto, tra l’altro, con una situazione di classifica in vetta alla classe regina che dopo l’incidente in Catalogna di Pecco Bagnaia ha riaperto il Mondiale, visto anche i risultati del successivo appuntamento di Misano. Il pilota Ducati resta al comando della classifica piloti, ora però con Jorge Martin a ridosso e Bazzecchi pronto ad approfittare della bagarre dei primi due. Con il Gp d’India – sempre che si possa correre regolarmente – inizia tra l’altro un cammino complicato che porterà i piloti del Mondiale a correre per 5 bandiere a scacchi in 6 fine settimana. Giappone, Indonesia, Australia e Thailandia dopo l’India, con Malesia, Qatar e Valencia subito a ruota, per un calendario affollato di 8 gare in 10 weekend da qui all’incoronazione del nuovo campione del mondo.