Il rapper e produttore musicale P. Diddy, all’anagrafe Sean Combs ma conosciuto ai più con il nome d’arte Puff Daddy, è in carcere a Brooklyn, New York, dallo scorso 16 settembre, con l’accusa di molestie e traffici sessuali. P. Da quel giorno, Diddy ha visto negarsi dai giudici per ben due volte la richiesta di scarcerazione su cauzione.
La denuncia dell’ex compagna Cassie Ventura
A denunciare per prima Sean Combs fu l’ex compagna Cassie Ventura, cantante e attrice, che lo accusava di violenze, aggressione e altri abusi. Le accuse rivolte da Cassie Ventura a Sean Combs sono confermate dalle riprese di alcune telecamere di sorveglianza interne allo stabile dove si è consumato uno degli episodi violenti denunciati dalla cantante: nel video si vede il rapper colpirla facendola cadere, prenderla a calci e trascinandola per le braccia lungo il pavimento di un corridoio per allontanarla dagli ascensori, via di fuga prescelta da Cassie per uscire dalla situazione di pericolo.
Dalla denuncia di Ventura è partito un filone d’indagine, che si è poi diramato più volte fino ad arrivare al colossale caso che osserviamo oggi.
Le indagini su P. Diddy
Le indagini che hanno preceduto l’arresto del cinquantaquattrenne hanno portato alla luce dettagli inquietanti sulle abitudini del cantante, che non riguarderebbero solo il rapper ma anche una vasta fetta dello show business americano: una scoperta che potrebbe far tremare le reputazioni di numerosi vip, appartenenti non solo al mondo musicale ma anche a quello della moda e del cinema, i quali avrebbero preso parte ai party organizzati da P. Diddy.
Dai 15 anni all’ergastolo in caso di giudizio di colpevolezza
Se le accuse dovessero essere confermate e l’uomo dunque dichiarato colpevole, la pena potrebbe variare da un minimo di quindici anni di reclusione all’ergastolo. Al momento però P. Diddy si è dichiarato innocente, respingendo tutte le accuse che, oltre alle molestie e alle violenze sessuali, includono anche il sequestro di persona, l’aver dato fuoco all’auto di un rapper rivale e di aver fatto infrazione in casa sua.
I ‘freak off’ ai party di P. Diddy
Il capitolo apparentemente più grave del caso sarebbe quello dei ‘Freak off’, ovvero le performance durante le quali il rapper avrebbe drogato alcuni dei partecipanti alle sue feste, costringendoli poi ad avere rapporti sessuali con altri uomini inviatati ai party, a partire dal 2009. Combs avrebbe ripreso questi atti sessuali, e grazie a quei video avrebbe ricattato i presenti per garantirsi il loro silenzio.
Il caso si sta quindi allargando a macchia d’olio e preoccupa sempre più coloro che alle feste di P. Diddy hanno partecipato per anni: se fino a qualche tempo fa essere nella lista degli invitati ai party del rapper significava essere ‘arrivati’ ai vertici dello show business americano, oggi nessuno di questi vip vuole essere associato al nome del cantante e produttore.
Chi c’era ai party di Sean Combs
Dall’attore premio Oscar Leonardo Di Caprio all’ereditiera e imprenditrice Paris Hilton, dalla pop star Justin Bieber – all’epoca poco più di un bambino – a Mariah Carrey, la lista di chi ha preso parte ai party del rapper dove sarebbero avvenuti violenze e abusi è molto lunga. Tra i vip presenti alle feste di P. Diddy ci sarebbero anche Will Smith, le Kardashian, Jennifer Lopez, il comico Kevin Hart, Jay Z e la moglie Beyoncé (ormai ex) e Rihanna.

