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Un uomo solo al comando, almeno nella corsa alla vittoria finale. Il nome, per il Giro d’Italia, è quello di Tadej Pogacar. Il fenomeno assoluto del ciclismo, quello che uno dei massimi esperti di ciclismo come Claudio Gregori non ha mancato di definire “un grandissimo”, anche nel paragone con i mostri sacri del passato.

Giro d’Italia al via: il grande favorito è Tadej Pogacar

Pogacar diventa, insomma, il favorito numero uno della corsa rosa, che scatta sabato 4 maggio con la Venaria-Torino. Una tappa che prevede l’ascesa di Superga per i 75 anni della tragedia del Grande Torino, con la salita di Oropa l’indomani, là dove Marco Pantani costruì parte del proprio mito esattamente 25 anni fa. “Un test duro da subito”, sono state le parole proprio di Pogacar, “già da lì si potranno avere indicazioni sull’andamento del Giro d’Italia. Ci sono tante salite, mi vengono in mente Livigno e Monte Grappa. Eppure ho fiducia: la squadra c’è, noi della Uae Emirates siamo abituati a essere favoriti. Spesso corrono proprio contro di noi“.

Tadej Pogacar e un Giro d’Italia con le montagne nella prima settimana

Pogacar è al debutto al Giro d’Italia, dopo aver vinto già due Tour de France nel 2020 e nel 2021. Uno degli obiettivi stagionali dello sloveno è proprio l’accoppiata Giro-Tour. “No, non importa davvero avere la maglia rosa dal primo giorno, l’importante è averla a Roma l’ultimo giorno. Anche perché gli avversari per la generale non mancano, tra Bardet e Thomas, oltre a tanti giovani pronti a emergere”.

A ciò si aggiunge una conformazione differente del Giro stesso, nella sua edizione 107, con le montagne che non arrivano solo all’ultima settimana, come da copione. Ma già nella prima settimana rimescolano le carte della classifica, imponendo ai corridori anche una gestione delle forze. È un giro d’Italia “diverso, con le montagne disseminate nelle tre settimane di corsa, e non concentrate nell’ultima.