Piero Ausilio guarda la luna, ma anche il suo dito è bello evidente mentre indica la strada che la sua Inter deve percorrere: “Il sogno è arrivare alla seconda stella”, ha commentato nelle ore scorse il direttore sportivo nerazzurro, alla Radio Tv Serie A.
Inter, Ausilio indica la rotta verso la seconda stella
Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino: poi la strada la trovi da te, direbbe Bennato. Ma la rotta è tracciata e la stella che guarda Ausilio, quella del ventesimo scudetto dell’Inter, è tutto fuorché l’Isola che non c’è . “L’importante sarà combattere sino all’ultimo. Se poi dovesse esserci qualcuno di più bravo, gli stringeremo la mano”. E in quel “se” sta tutta la determinazione dell’ultima finalista di Champions League, sconfitta senza alcun demerito da quelli che tutti definivano marziani: il City di Guardiola.
A riportarli sulla terra, almeno nella finale di Istanbul, proprio i nerazzurri di Simone Inzaghi: “Umile, geniale e pigro”, lo definisce ancora Ausilio. “Ha forti convinzioni e non lo sposti neanche a cannonate. Non è mai stato vicino all’esonero”, ha proseguito nel suo intervento il diesse. “Non è nello stile di Zhang e nemmeno in quello di Marotta, che in carriera non credo abbiamo mai allontanato un allenatore in corsa”. Che ritorna sulle difficoltà vissute in una fase dei primi mesi dell’anno: “Sapevamo che pungolando la squadra si poteva venirne fuori e abbiamo fatto due mesi finali pazzeschi. Inzaghi fa un calcio di qualità e fa star bene tutti. E la squadra sta bene con lui”.
Ausilio promuove Thuram e lancia una frecciata a Lukaku
Ausilio non prende di petto il tema, ma non ci gira neanche troppo intorno, a pochi giorni dall’Inter-Roma che si è concluso con il gol di Thuram e la doccia di fischi per Lukaku. Nell’estate 2021, “appena dopo la cessione di Lukaku al Chelsea, presi Dzeko e avevo individuato Thuram. Faceva l’esterno, non immaginava nemmeno lui di poter essere una punta centrale. Poi si fece male al ginocchio la sera dell’accordo e abbiamo dovuto cambiare obiettivo. Ma papà Lillian mi ricorda sempre che fui io il primo a vederlo punta centrale Lukaku? È stato parte del passato”, ha poi concluso Ausilio. “Ci sono molte trattative che non vanno in porto, ma se c’è rispetto non c’è problema. Quando invece ci si nasconde e ci si nega al telefono, allora lì pensi che sia il momento di voltare pagina”. È chiusa dall’8 luglio, ricordo perfettamente la data. La telefonata con lui è stata breve e decisa dopo vari tentativi di chiamarlo nei giorni prima”, conclude Ausilio”.