Che bello vincere e e farlo divertendosi. Non si poteva parlare di vera crisi, perché le crisi nello sport sono altre. Ma a confermare che per il tennista spagnolo Carlos Alcaraz il periodo (durato alcuni mesi) precedente a Indian Wells e alla vittoria su Jannik Sinner non sia stato semplice, sono arrivate le parole del diretto interessato, dopo secondo successo consecutivo in finale su Daniil Medvedev. “Non erano tanto i risultati che mi mancavano, non sono così legato ai titoli che vinco. Piuttosto, era una questione di sensazioni negative, nella mia testa e nel mio fisico. I primi mesi del 2024 non sono stati semplici, ma in realtà già dopo Wimbledon dello scorso anno ho cominciato a non divertirmi più e questo ha fatto la differenza. La lezione che traggo da Indian Wells è che si può risolvere tutto, si può sistemare ogni difficoltà, continuando a credere in se stessi e lavorando”.
Alzaraz, vincere o perdere: ma sempre con il sorriso
Non è la prima volta che Alcaraz pone l’accento sul divertimento. Sul fatto di entrare in campo con la giusta attitudine, non solamente per una mera questione di numeri, soldi o ranking. Qualcosa su cui aveva acceso i riflettori pure Jannik Sinner, prima di ritrovare il sorriso attraverso la sua straordinaria striscia positiva, terminata proprio per mano di Alcaraz. Un Alcaraz che, a proposito del concetto divertimento, è andato oltre: “Mi piace cercare colpi creativi, provare soluzioni nuove: mi dà una motivazione in più. Si tratta di creare uno show per il pubblico, di regalare delle emozioni a chi viene a vederci”.
Alcaraz e il divertimento nel periodo del tennis esasperato
Un punto di vista curioso, per uno che a 20 anni è già stato numero 1, vincendo Us Open e Wimbledon. Non che in passato non ci siano stati altri tennisti, che la mettevano su questo piano. Ma si pensava fossero i famosi bei tempi andati, ormai da dimenticare in un’epoca di professionismo esasperato. Invece oggi si scopre che si può vincere anche provando a divertirsi e a divertire. Di più: si scopre che il sorriso aiuta a vincere e non danneggia la prestazione. Una regola che bisognerebbe scrivere all’entrata di ogni tennis club, all’entrata di ogni casa dove c’è qualche ragazzino che ambisce a diventare un professionista.