Il 14 agosto 2024 il Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC). A tal proposito, il Ministero della Salute italiano ha diffuso una circolare con alcune indicazioni tra cui quella di “sensibilizzare i viaggiatori diretti in Paesi con focolai confermati di infezione”. Ecco in cosa consiste, quali sono i rischi e i paesi da evitare.
Vaiolo delle scimmie, cos’è
A delucidare sulla natura e sull’origine del virus del vaiolo delle scimmie il sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità: “L’Mpox (precedentemente denominato monkeypox o vaiolo delle scimmie) è una malattia infettiva zoonotica causata dal virus monkeypox (MPXV) e identificata per la prima volta nell’uomo nel 1970 nei villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, quando invece il vaiolo (in inglese smallpox) era nelle fasi finali dell’eradicazione. Il 28 novembre 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a seguito di una serie di consultazioni con esperti globali, ha deciso l’utilizzo del nome “Mpox” per questa malattia, in sostituzione del precedente nome “monkeypox”.
E’ un virus molto simile a quello del vaiolo umano, ma a differenza di quest’ultimo, ha una minore trasmissibilità e gravità della malattia provocata. Inoltre, non è un nuovo virus per l’uomo, ma quello che sta accadendo attualmente è un fenomeno di diffusione dell’infezione nel mondo mai avvenuto prima.
Vaiolo delle scimmie, chi colpisce
Generalmente, il vaiolo delle scimmie colpisce principalmente gli animali: “Sono diverse le specie animali che sono state identificate come suscettibili al MPXV, che è diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. Ciò include scoiattoli di corda, scoiattoli arboricoli, ratti marsupiali del Gambia, ghiri, primati non umani e altre specie – si legge sul sito dell’ISS – Tuttavia, permangono delle incertezze su quali siano i serbatoi naturali del virus e su come venga mantenuta la sua circolazione in natura (sebbene si sospetti che i roditori rivestano un ruolo determinante)”.
Tuttavia, questo virus può infettare anche l’uomo, se questo è stato a contatto con un animale infetto, ad esempio attraverso il consumo di carne, morsi, contatto con sangue infetto ecc. Inoltre, la trasmissione è possibile anche attraverso uomo e uomo, sempre attraverso il contatto con ferite, lesioni o fluidi corporei come i rapporti sessuali o attraverso le vie respiratorie.
L’ISS, poi, specifica che: “Il MPXV può essere trasmesso tramite oggetti contaminati, come lenzuola, asciugamani, indumenti, dispositivi elettronici e superfici toccati da una persona infetta. Una persona che tocca questi oggetti potrebbe infettarsi se ha tagli o abrasioni o se tocca accidentalmente gli occhi, il naso, la bocca o altre membrane mucose”.
Vaiolo delle scimmie, sintomi
Come anticipato, il vaiolo delle scimmie è molto simile al vaiolo umano, debellato da molto tempo grazie alla vaccinazione non più somministrata dal 1977 e abolita del tutto nel 1981. I sintomi, illustra l’ISS: “Dopo un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni (in genere da 6 a 13 giorni), la malattia è generalmente caratterizzata da: una fase prodromica, che dura tra 0 e 5 giorni, con febbre, intensa cefalea (generalizzata o frontale), linfoadenopatia (linfonodi ingrossati), mal di schiena, mialgia e intensa astenia (debolezza). La linfoadenopatia è una caratteristica distintiva del Mpox rispetto ad altre malattie che inizialmente possono apparire simili (per esempio la varicella) un’eruzione cutanea che di solito si presenta entro 1-3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso (coinvolto nel 95% dei casi) e poi diffondendosi ad altre parti del corpo, soprattutto alle estremità (inclusi i palmi delle mani e la pianta dei piedi nel 75% dei casi) – continua l’Iss – Possono essere coinvolte anche le mucose orali (nel 70% dei casi), i genitali (30% dei casi) le congiuntive (20%). Il coinvolgimento oculare può portare a ulcere corneali e cecità. L’eruzione cutanea generalmente evolve in sequenza da macule (lesioni con una base piatta) a papule (lesioni solide leggermente rialzate), vescicole (lesioni piene di liquido trasparente), pustole (lesioni piene di liquido giallastro) e croste che si seccano e cadono. Il numero di lesioni varia da poche a diverse migliaia. A differenza della varicella, le lesioni sono generalmente delle stesse dimensioni e nello stesso stadio maturativo per sito anatomico”.
Vaiolo delle scimmie, persone più a rischio
Il vaiolo delle scimmie dura in genere da 2 a 4 settimane ed è una malattia autolimitante. Le tipologie di persone più a rischio sono: i bambini, le donne in gravidanza e le persone con compromissione del sistema immunitario inclusa l’infezione da HIV.
Vaiolo delle scimmie, i paesi da cui stare alla larga
Secondo quanto riportato dall’ultimo bollettino Ecdc del 16 agosto 2024, i paesi da evitare in cui sono presenti focolai di vaiolo delle scimmie sono: Repubblica Democratica del Congo (2.638 casi confermati e 14.151 sospetti), il Burundi (61 casi confermati e 165 sospetti), la Repubblica Centro Africana (35 casi confermati e 223 sospetti) e il Congo (19 casi confermati e 150 sospetti). Per quanto riguarda l’Europa, il vaiolo delle scimmie è arrivato anche in Spagna, dopo il primo caso segnalato in Svezia. Si tratta di un sottotipo del virus diverso rispetto a quello per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha decretato l’allarme, già noto in Europa e meno aggressivo. Nessun nuovo caso di infezione è invece stato registrato in Italia dall’8 agosto.