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Ok che nel calcio non c’è equilibrio ed è sin troppo facile passare dalle stelle alle stalle, quando invece un criterio di giudizio più moderato (si sentano, ad esempio, le telecronache con gol urlati per partite di bassa classifica in serie B) non guasterebbe.

Champions League, Psg-Milan 3-0. Le parole di Luis Enrique e Pioli

Però della serata di Parigi, non si può omettere la differenza di gamba, ritmo e qualità che è riassunta solo in parte dal punteggio: Psg 3, Milan 0. Nel computo lordo ci andrebbero anche un gol annullato e una palla deviata sul palo da Maignan, altrimenti il passivo avrebbe potuto avere contorni ancor più marcati. Ma il fatto è che tra i rossoneri e la squadra degli ex interisti Skriniar e Hakimi la differenza è stata tanta anche in termini di mentalità. Chiaro, viene tutto più facile se in squadra si ha uno come Mbappé. Ma il punto sta anche qui. L’enfasi della vigilia si era giocata anche sulla possibile sfida a distanza tra Leao, uno dei migliori della serie A, è l’attaccante francese. Che tra i migliori lo è a livello planetario.

Psg-Milan, ancora una sconfitta contro una big

Un po’ come è successo nel recente ko interno con la Juve, sono stati gli spazi larghi (oltre all’espulsione di Thiaw, in quel caso) a far male al Milan. Imbattibile e imbattuto in campionato, se eccezione si fa per la Juve di cui sopra e per il derby con l’Inter, perso in malo modo. Come dire che in tre scontri diretti con tre big, per Pioli e ragazzi sono arrivati punti 0. Di più, in Champions a zero stanno anche i gol fatti in tre partite. Troppo poco per sperare in un passaggio del turno, che resta comunque alla portata. E qui sta il nocciolo: nella serataccia del Parco dei Principi, si esce comunque con l’angioletto sulla spalla che sussurra all’orecchio quel che il diavoletto non vorrebbe rivelare: nulla è compromesso, quindi tutto è ancora possibile. Lo dice la matematica, ma in fondo anche un equilibrato buon senso.