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Aveva 900 euro sul conto ne ha fatti 110mila in un colpo solo. La storia del tennista indiano Sumit Nagal sembra buona per un film, ma è molto più diffusa di quanto si pensi nel tennis. Fuori dal mondo dei Top 100, o forse anche più sotto, ottimi professionisti devono sperare nei risultati e nella buona sorte per restare in attivo.

Negli ultimi mesi il numero uno indiano ha dovuto fare i conti con un infortunio all’anca, con il Covid e con l’assenza di sponsor. Condizione che l’ha portato, dovendo pagare tutto di tasca propria, a confessare di essere rimasto con l’equivalente di 900 euro sul conto.

Tennis, Australian Open: Nagal e i 900 euro sul conto

Non potendo usufruire di una wild card per gli Australian Open ha puntato comunque tutto sul ricco Slam, viaggiando con gli ultimi soldi in Australia, senza fisioterapista, alla ricerca del jackpot. Jackpot che, lieto fine, è arrivato. Dopo aver superato tre turni di qualificazione e il primo turno, battendo Bublik, si è assicurato 110 mila euro. Per lui una vera e propria benedizione, celebrata con momenti di particolare emozione al termine della partita.

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Quelli che di tennis non vivono: non sono tutti Sinner o Alcaraz

Come Nagal vivono anche tanti altri professionisti nello sport, molti in Italia. Anche un certo Nole Djokovic aveva ammesso in una conferenza stampa che solo i giocatori che rimangono in top 100-120 riescono veramente a vivere solo ed esclusivamente di tennis. Le federazioni dovrebbero aiutare e finanziare un filo di più i propri atleti professionisti, perché alla fine tutti sentono i vari Sinner, Alcaraz o Rune, ma dietro di loro c’è tanta di quella gente che sgomita per portarsi a casa una briciola di quello che loro guadagnano.
Marco Micheletti