Il prezzo dei carburanti aumenta o diminuisce per una serie di ragioni, tra le quali
- prezzo del petrolio, la materia prima utile per la produzione di carburante
- costi di estrazione, lavorazione, produzione e trasporto
- aumento o la diminuzione della domanda
- fattori politici (accordi, conflitti)
- tasse
Come si compone il prezzo della benzina
Plats, Brent, Iva e accise (continua a leggere per capire di cosa stiamo parlando) compongono il prezzo della benzina e lo fanno in queste percentuali:
- Costo del carburante netto “Platts”, pari al 30% del totale;
- Costo di distribuzione, iva e accise, che pesano il 59% sulla somma complessiva;
- Guadagno finale del benzinaio, che si aggira intorno al 10%
Platts, ecco chi decide
Il prezzo dei carburanti è dato in larga parte anche dal Platts, un’agenzia specializzata londinese che decide il prezzo al quale una tonnellata di benzina o gasolio può essere venduta alle raffinerie. Quindi, l’aumento dei prezzi del carburante non è dato tanto dalla materia prima, quanto dal valore dei prodotti raffinati dato dal Platts sul mercato.
Brent
Il Platts decide ogni giorno il valore di un barile di Brent, una sorta di unità di misura per valutare il greggio (la materia prima non lavorata), a livello mondiale. Quando viene indicato il prezzo del petrolio al barile, si intende il valore del Brent.
Iva e Accise
- Benzina: Iva e Accise costituiscono il 61,9% del suo prezzo
- Gasolio: Iva e Accise costituiscono il 58,9% del suo prezzo
L’accisa è la tassa sulla produzione e vendita di una quantità di un prodotto (non sul prezzo del prodotto, come per l’Iva)
Dopo il 2000, in Europa l’introduzione di accise viene giustificata dalle spese sostenute dagli enti pubblici per ridurre l’impatto ambientale dei carburanti.
Al netto delle tasse (quindi senza contare la percentuale che va allo Stato), i prezzi italiani sono i più bassi d’Europa: 4-5 centesimi in meno rispetto alla media europea.

