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Dopo il 15 novembre 2013, niente sarebbe stato più come prima. Tra le tante cose, in quel venerdì, Massimo Moratti aspettò le 12.27 per passare la mano e cedere la proprietà dell’Inter all’indonesiano Erik Thohir. Non sarebbe uscito di scena subito, il presidente. Ma con lui sarebbe finita un’era, scandita da 16 titoli in 19 stagioni: 5 scudetti consecutivi, una Champions League e un Mondiale per club, una Coppa Uefa e 4 edizioni della Coppa Italia, oltre che 4 Supercoppe italiane.

Inter, Massimo Moratti nel solco di papà Angelo: il confronto in numeri

Il parallelo con il padre Angelo, presidente dell’Inter dal 1955 al 1968, poteva stare in piedi eccome. Il primo dei Moratti mise infatti in bacheca 3 titoli nazionali, 2 Coppe dei Campioni e due Intercontinentali. L’esperienza del figlio Massimo sarebbe stata condita da 192 acquisti, con una media superiore ai 10 colpi a stagione. L’anno più significativo in termini numerici sarebbero stati il 1995-1996 (il primo) e il ’97-’98, con 14 nuovi interisti a sessione di mercato. Il primo anno arrivarono Zanetti, Ince e Roberto Carlos, il terzo Sousa, Simeone, Recoba e Ronaldo. Erano gli anni del mecenatismo ai massimi livelli, la stagione successiva presero casa ad Appiano Gentile anche Baggio e Pirlo, nell’anno in cui si alternarono in panchina ben 4 allenatori: Simoni, Lucescu, Castellini e Hodgson.

Il Moratti mecenate: in 19 stagioni, 195 acquisti sul mercato

La parsimonia, paradossalmente, Moratti la adoprò quando ormai si era già cominciato a vincere: anno 2008, Calciopoli ormai alle spalle: arrivano Alfonso, Chivu, Jimenez, Maniche, Pelé, Rivas e Suaso, nell’ultimo anno di Mancini allenatore. La stagione successiva, ancora meno ingressi per il debutto di Mourinho in nerazzurro. Con il portoghese, diventano interisti Mancini, Muntari, Obinna, Quaresma e Santon. Solo l’anno successivo, quello del Triplete, i colpi poi decisivi per i successi sui tre fronti: un giovane Arnautovic, Belec, Eto’o, Krhin, Lucio, Mariga, Milito, Thiago Motta, Obi, Pandev e Sneijder.
Lascerà, Moratti, con l’Inter 2013-2014: tra i Belfodil e i Campagnaro, tra i Rolando, i Taider e i Wallace, anche un acerbo Mauro Icardi. Punto di ripartenza dell’Inter degli anni successivi, anche se ancora era presto per immaginarlo.