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Diciamola tutta: amata trasversalmente, Paola Egonu proprio non lo è. E le prese di posizione forti, le passerelle tivù e quel tira e molla con la Nazionale non hanno di certo contribuito a renderla meno divisiva. Perché la schiera dei suoi detrattori è nutrita e si nutre di polemiche come quella di queste ore. Paola Egonu, così oltre il livello standard di chi anche viene definito campione, nella staccionata del very normal player non ci sta da un pezzo.

Classe, potenza e numeri sono tutti dalla sua: Paola Egonu immaginava e sperava che gli Europei vissuti (anche) a Monza potessero rappresentare lo switch per ripartire, proprio con il Vero Volley che tra Brianza e Milano le ha offerto un nuovo inizio dopo l’esodo turco. Ma la sua non più irrinunciabile presenza, certificata dalle scelte del commissario tecnico Mazzanti, hanno minato forse anche le certezze su cui poggiava il nuovo inizio della giocatrice.

Quando la classe non è tutto: Egonu e il rapporto con la Nazionale

Che resta ed è una delle stelle più luminose del firmamento volistico internazionale. Ma che si porta appresso sempre un ma. Il comunicato dello stop concordato con Federazione e tecnico non fa che attorcigliare ulteriormente la matassa attorno a una giocatrice diversa e distante. Qualitativamente e probabilmente anche caratterialmente, dal gruppo Azzurro. Tanto da diventare, per la Nazionale italiana, forse più ciliegina che pan di spagna della torta. Il sapore del rapporto con Mazzanti, fa il resto.

Sanremo, il razzismo e una Nazionale con qualche risultato mancato di troppo sono finiti nel medesimo calderone, mescolando profumi e miscelando sentori che avrebbero dovuto restare separati. Per saperli poi distinguere. Il risultato è una gestione minestrone dal retrogusto amaro: Egonu fuori dalla Nazionale per le qualificazioni preolimpiche dal 16 al 24 settembre e un futuro tutto da scrivere. Possibilmente entro l’appuntamento con i cinque cerchi di Parigi 2024.