Immaginandoselo qui, ai giorni nostri, sarebbero questi i giorni in cui amici e parenti si affaccenderebbero a recuperare idee per spenderle in un regalo di compleanno. Perché il giorno 15 di dicembre, per Paolo, sarebbe stato giorno non come gli altri.
Paolo Magretti, il naturalista che vinse la prima Milano-Torino
Ci vuole un pizzico di fantasia per immaginarselo qui, ai tempi dell’intelligenza artificiale e delle e-Bike, l’entomologo e naturalista, nonché esploratore, di cui oggi si parla anche per le sue imprese in sella a una bicicletta. Paolo, che di nome faceva Magretti, nacque a Milano nell’anno 1854. La sua morte sarebbe arrivata nell’anno 1913 a Paderno Dugnano, quando il calendario segnava il 30 di agosto.
Il Magretti naturalista finirà nei libri di scienza per gli studi sugli imenotteri, che lo portarono a battere territori allora poco più che sconosciuti all’approccio scientifico, soprattutto in Africa. Nei mesi scorsi, la città di Pavia gli ha dedicato una zona verde nel nord della città, con tanto di targa celebrativa.
Paolo Magretti vince la prima Milano-Torino: la scoperta di Claudio Gregori
Ma che la qualità di una persona spesso si esprime a più livelli e in contesti anche distanti tra loro lo dimostra proprio Magretti. Che alla storia sarebbe passato anche per aver vinto la prima edizione della Milano-Torino, la gara ciclistica più antica del mondo. La scoperta che il Magretti-naturalista e il Magretti-ciclista siano la stessa persona è relativamente recente e porta la firma di una delle penne più fini del giornalismo italiano, Claudio Gregori. Che scavando tra archivi cartacei e biblioteche, proprio 10 anni fa è riuscito a scoprire come i due Magretti furono in realtà la stessa persona.
Gli eredi di Magretti: da Girardengo a Roglic, passando per Magni
Magretti, all’epoca giovane studente alle quattro del mattino era tra gli otto che si presentarono al via con il loro velocipede a Milano, attesi poi da diecimila spettatori all’arrivo su corso Giulio Cesare, a Torino. Un percorso – in quel 1876 – che solo in 4 riuscirono a portare a termine, lungo 150 chilometri di strade improbabili e indazioni nulle, che fecero concludere Magretti a una media di 13.3 chilomentri orari, davanti a Ricci e Balbiani.Negli anni, si sarebbero succeduti sul podio molti tra i grandi del ciclismo: Gerbi e Girardengo, Pellisier e Olmo, Magni e Kubler, Vigna e De Vlaeminck, Saronni, Moser e Bugno, passando anche per Cassani e Gianetti, fino a Contador, Roglic e Cavendish.