Nell’Atp di Montpellier Bublik batte Coric, alza il trofeo ed entra nella storia. Alexander Bublik si impone in rimonta anche nella finale: mai nessuno aveva vinto un titolo Atp perdendo sempre il primo set. E c’è una sorta di record anche per l’Open Sud de France. Tra i due contendenti alla ricerca del loro quarto titolo Atp, la spunta il kazako che batte in rimonta il numero 37 Atp Borna Coric, imponendosi 5-7, 6-3, 6-3 in due ore e diciotto minuti a dispetto di quel 43% sulla seconda di servizio.
Tennis, Atp di Montpellier: Bublik e il successo che entra nella storia
Bublik, che aveva salvato tre match point contro Shapovalov agli ottavi, diventa così un artista dell’evasione. Nel 2023, erano stati tre i tennisti ad aver vinto il torneo dopo aver salvato match point prima della finale: Hurkacz a Marsiglia (1 MP, M. Ymer), Eubanks a Maiorca (5 MP, Harris) e Auger-Aliassime a Basilea (1 MP, Shevchenko).
Il numero 27 del ranking compie anche un’impresa storica perché è il primo tennista di sempre ad alzare un trofeo Atp dopo aver perso il primo set in ogni singolo turno: il citato canadese, il connazionale Shevchenko, Auger-Aliassime e infine Coric, tutti sono partiti in illusorio vantaggio contro Bublik. Ma anche questo stesso evento, l’Open Sud de France, può vantare un record. Già avere le prime quattro teste di serie in semifinale non capita spesso (quattordicesima volta negli ultimi 506 tornei). A ciò si aggiungono un paio di curiosità e, unendo i puntini, si scopre che mai in un torneo del Tour era successo che in semifinale arrivassero i primi quattro del seeding, numeri 1 del proprio Paese, mentre le loro rispettive nazionali erano impegnate in Coppa Davis.
La concomitanza con la Coppa Davis
Più che altro perché questa settimana, intesa come la prima del calendario riservata alla Davis (spesso a inizio febbraio, ma anche in marzo o in aprile), è appunto sempre stata riservata alla storica manifestazione a squadre e mai vi si era tenuto anche un torneo Atp. E, dunque, il Kazakistan di Bublik, il Canada di Auger-Aliassime e la Croazia di Coric nelle qualificazioni e la Danimarca di Rune nel gruppo mondiale, hanno affrontato il loro tie prive delle loro punte di diamante.
La “foglia d’acero” ha superato l’ostacolo, in attesa degli altri risultati. Un match a tratti non entusiasmante, con alcune smorzate kazake tutt’altro che eccellenti ma che quasi sempre hanno portato il punto, entrate croate quando era proprio obbligatorio e parecchi errori da parte di entrambi, ma qualche giocata per gli highlights è stata fornita e la partita finale ha offerto diversi momenti godibili. Bublik continua la sua ricerca di un equilibrio a dir poco complicato tra improvvisazioni, rotture di racchette e solidità, antinomia che certo non riguarda il croato, più che altro interessato a mantenersi integro, dopo le chirurgie a ginocchio (2016) e spalla (2021), i vari problemi del 2019 e quelli alla gamba di un anno fa, mentre in finale ha sfoggiato una fasciatura alla coscia sinistra.
Bublik e il segreto del successo: il ko nel primo set
L’ottima partenza di Bublik, regolare senza tuttavia offrire un ritmo costante, si è interrotta quando Coric, sul baratro del secondo break, ha indirizzato la propria frustrazione sulla racchetta infilando poi un parziale di sei giochi a uno. Tutto come previsto, si potrebbe dire con il senno di poi, anzi, lo ha proprio detto Alexander alla fine: “Sul 4-1 ho chiesto cosa fare al mio coach e mi ha dato un ottimo consiglio, ho perso di nuovo il primo set. Grazie davvero!”. A quel punto ha ripreso il comando delle operazioni e, allungato l’incontro al parziale decisivo, è di nuovo partito in vantaggio resistendo al tentativo di rientro di un comunque buonissimo Coric, a parte qualcosa da rivedere nei pressi della rete.
M.Mic.