melanoma
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Nel rapporto annuale redatto dall’Associazione italiana di oncologia medica – Aiom sui numeri del cancro in Italia nel 2024 sono contenuti anche i dati relativi all’incidenza del melanoma, che vedono una crescita del 30% nelle nuove diagnosi. 

Nell’elaborato presente nel rapporto, a cura del professor Paolo A. Ascierto, del dipartimento Melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto nazionale Tumori Irccs della Fondazione Pascale di Napoli, si legge infatti che nel 2024 le nuove diagnosi di melanoma della cute sono state 12.941, delle quali 7.069 riguardavano uomini e 5.872 donne. La mortalità nel 2022 stima 2.500 decessi per melanoma, 1500 uomini e 1000 donne, mentre la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari all’88% negli uomini e al 91% nelle donne. Attualmente sono circa 221 le persone in Italia che vivono con il melanoma. 

Il terzo tumore più frequente negli under 50

Nel rapporto si legge che “circa l’85% dei melanomi cutanei che insorgono annualmente nel mondo interessa le popolazioni di Nord-America, Europa e Oceania. Si tratta di uno dei principali tumori che insorgono in giovane età e costituisce in Italia attualmente il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 50 anni. 

Fattori di rischio del melanoma

Il rischio di insorgenza del melanoma cutaneo è legato a fattori genetici, fenotipici, ambientali e alle combinazioni tra questi. Il più importante fattore di rischio ambientale è stato identificato nell’esposizione ai raggi UV sia in rapporto alle dosi assorbite sia al tipo di esposizione e anche all’età, sono infatti a maggior rischio l’età infantile e adolescenziale. Tra le sorgenti di raggi UV legate allo sviluppo di melanoma sono da ricordare i lettini abbronzanti.

Terapie

La chirurgia è sicuramente il trattamento di elezione negli stadi iniziali di malattia. Con l’avvento dei nuovi agenti immunoterapici, come ipilimumab, pembrolizumab, nivolumab, relatlimab, e target, quali il vemurafenib, il cobimetinib, il dabrafenib, il trametinib, l’encorafenib ed il binimetinib, l’approccio al paziente con questa neoplasia in stato avanzato è cambiato radicalmente. Grazie all’immunoterapia ed alla terapia target circa il 50% dei pazienti con malattia metastatica può ottenere un beneficio a lungo termine.