Non riesci a dormire? Forse è colpa del lavoro
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Se la notti ti svegli più volte, se il tuo pensiero fisso è il lavoro e le prestazioni richieste, le scadenze in arrivo, il giudizio di un cliente, forse è il caso di fermarsi, chiedersi come mai si è arrivati a questo punto e cercare una possibile soluzione al problema. Ecco qualche utile suggerimento: 

Quante persone soffrono d’insonnia

In occasione della Giornata mondiale del sonno, che ricorre ogni 18 marzo, nel 2022 il professore ordinario di Neurologia presso l’Università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di Medicina del Sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele, Luigi Ferini Strambi, ha stimato, in un’intervista a Skytg24, che a soffrire d’insonnia sarebbero circa 790 milioni di persone a livello globale.

Perchè non riesco a dormire 

L’ansia causata dalla propria attività lavorativa può essere davvero deleteria per la propria salute fisica e mentale. Soffrire d’insonnia proprio a causa di questo stato di inquietudine può originare da diversi fattori, tra cui: 

  • Ricerca di apprezzamento, sempre e comunque: crearsi aspettative, ricercare la continua approvazione dei superiori farà in modo che alla prima critica costruttiva ci pervada un senso di costante frustrazione, insoddisfazione e rimuginio ansioso che toglie il sonno
  • Perfezionismo: la ricerca della perfezione nell’ambito lavorativo non è un fattore così inusuale nelle persone. Peccato che la perfezione non sia di questo mondo e qualora si sorpassi la sottile linea di confine che separa il concetto di “lavorare al meglio” con “lavorare di più” sperando di raggiungere un’utopica perfezione, facendo straordinari fino a tarda ora, trascurando se stessi e i propri bisogni, originerà il rischio di incorrere nell’esaurimento. Ricorda, non si vive per lavorare!
  • Lavoro in eccesso: può accadere che nell’arco di una giornata le incombenze lavorative si accumulino all’improvviso. Ciò porta le persone a non “staccare” fino a che non si sono terminati i propri compiti, rincasando molto tardi, con conseguente sviluppo di ansia e stanchezza eccessiva. 

Come risolvere i timori legati al lavoro

Ecco qualche utile suggerimento che puoi seguire per sentirti meglio, se ti senti sopraffatto dal tuo lavoro:

Consapevolezza

Anzitutto, la consapevolezza dell’importanza del benessere psicofisico deve esserci sia da parte del dipendente, sia da parte del datore di lavoro: da un lato, il dipendente si impegna a stabilire una routine lavorativa quotidiana idonea e in linea alle proprie energie; dall’altro chi è al vertice ha il dovere di garantire la gestione di un ambiente di lavoro in cui si scongiurino situazioni di difficoltà. 

Interrogati

Un altro passo per liberarsi di angoscia e insonnia è interrogarsi: chiediti effettivamente quando sia il caso di preoccuparsi o meno di come procedono le cose al lavoro, distingui i problemi seri da quelli superficiali e domandati se vale la pena provare irrequietezza o meno. Se la risposta è sì, parla con i tuoi superiori spiegando le tue ragioni e trovate una soluzione insieme.

Non ingigantire le cose

Spesso non è la realtà ad essere così avversa, ma è la nostra predisposizione negativa a renderla tale. Il consiglio, in questo caso, è capire qual è la fonte del malessere e cercare di sanare, anche con l’aiuto di uno specialista.

Non sei il tuo lavoro

Si sa, la propria sede di lavoro è il luogo in cui si passa più tempo durante la propria giornata e la comunità che si crea al suo interno può diventare molto forte e importante, talmente tanto, che si rinuncerebbe a tutto pur di portare a termine le scadenze o vedere il volto compiaciuto del proprio superiore. Non fermarti oltre l’orario se non è strettamente necessario e ricorda che il lavoro è importante, ma non deve essere la tua unica priorità.