Acronimo di Planetary Transits and Oscillations of stars, Plato è la terza missione scientifica di classe media selezionata dall’Agenzia spaziale europea nell’ambito della Cosmic Vision dell’Esa 2015-2025.
Le prime due missioni della Cosmic Vision sono Solar Orbiter e Euclid, che studiano rispettivamente i fenomeni che caratterizzano la natura e i cicli del Sole e la materia e l’energia oscura che compongono l’universo.
L’obiettivo della missione
L’obiettivo della missione – come riporta il sito dell’Esa – è trovare e studiare un gran numero di sistemi planetari extrasolari, con enfasi sulle proprietà dei pianeti terrestri nella zona abitabile attorno a stelle simili al sole. Plato è stato progettato anche per studiare l’attività sismica nelle stelle, consentendo la caratterizzazione precisa della stella ospite del pianeta, inclusa la sua età.
Sul sito dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) si legge che Plato è un “satellite munito di 34 piccoli telescopi dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari intorno a stelle brillanti”.
Gli esopianeti, o pianeti extrasolari, sono pianeti non appartenenti al sistema solare, orbitanti cioè attorno a una stella diversa dal Sole.
Con la capacità di rilevare la minuscola diminuzione di luminosità di una stella quando un pianeta transita davanti ad essa, il satellite è in grado di misurare il raggio del pianeta, la sua massa e la sua densità, oltre che di analizzare le caratteristiche della stella madre, attorno alla quale il pianeta orbita.
Il ruolo dell’Italia nella missione Plato
Un ruolo di primo piano nella missione Plato è giocato dall’Italia, soprattutto per quanto riguarda i sistemi elettronici e le ottiche dei telescopi integrati al satellite, della cui realizzazione si occuperà il Plato Payload Consortium. Anche l’elaborazione e l’analisi dei dati saranno in parte affidate al team dell’Asi Science Data Center.
Scienziati italiani saranno presenti anche nel PLATO Science Consortium, che avrà la responsabilità della valutazione delle prestazioni della missione e curerà la preparazione del programma scientifico. Il responsabile italiano è Giampaolo Piotto, del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova.
I 34 telescopi di Plato sono stati disegnati dal team coordinato da Roberto Ragazzoni, astronomo dell’Inaf – Osservatorio di Padova e docente di Ottica dell’Università patavina.