Secondo The Legatum Institute, che ogni anno redige una classifica globale della qualità della sanità nei diversi Paesi, tenendo conto di 104 parametri suddivisi in 12 categorie (ambiente, business, libertà individuale, qualità economica, educazione, sicurezza, capitale sociale, governance, salute, accesso al mercato e alle infrastrutture, investimenti e condizioni aziendali), nel 2023 l’Italia si trova al 17° posto.
Se dunque è vero che nello Stivale si gode di un Servizio Sanitario Nazionale che garantisce a tutti i cittadini senza distinzioni di poter accedere alle cure e ai pronto soccorso nei casi di emergenza, dobbiamo anche riflettere su come migliorare questo modello virtuoso.
Al tempo stesso però è importante saper apprezzare e valorizzare quel che si ha e a farlo ci pensa la Rete Oncologica Pazienti Italia (Ropi) che, basandosi sui dati del Programma Nazionale Esiti 2022 di Agenas, ha elaborato presentato la mappa aggiornata di ‘Dove mi curo?’ al ministero della Salute.
Questa mappa ha l’obiettivo di supportare i pazienti oncologici e le loro famiglie nell’individuazione dei centri d’eccellenza specializzati nell’ambito di cura di 17 diversi tipi di tumore.
Il primo dato che viene evidenziato dal report di Ropi è che il 26% degli interventi di chirurgia oncologica viene eseguito in strutture sanitarie che eseguono un numero di interventi troppo basso e che per questo non raggiungono i ‘volumi soglia’. Il numero delle strutture sotto soglia è però fortunatamente sceso e i presidi ospedalieri sopra soglia sono diventati 148.491 nel 2022 (contro i 143.469 del 2017).
Una seconda evidenza riguarda il gap rilevato tra Centro-Nord e Sud: le strutture ospedaliere dove si garantisce il raggiungimento e superamento dei volumi soglia sono al settentrione mentre quelle tendono a non raggiungerli si concentrano al meridione.
Venendo alla classifica, Ropi identifica nella Lombardia, nel Lazio, nella Toscana e nell’Emilia Romagna la top 4 delle regioni italiane per la chirurgia oncologica. Sono solo tre invece le regioni del Sud – Sicilia, Puglia e Campania – a rientrare nella top 10.
I tre migliori centri per 5 tra i tipi di tumore più comuni:
Tumore della mammella (soglia 150 interventi l’anno):
1. Istituto europeo di oncologia (Milano): 2716 interventi l’anno
2. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 1208 interventi l’anno
3. Istituto Humanitas (Rozzano): 1031 interventi l’anno
Tumore del polmone (soglia 50 interventi l’anno):
1. Azienda ospedaliera S. S. Andrea (Roma): 504 interventi l’anno
2. Istituto europeo di oncologia (Milano): 489 interventi l’anno
3. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 373 interventi l’anno
Tumore dello stomaco (soglia 20 interventi l’anno):
1. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 117 interventi l’anno
2. Irccs San Raffaele (Milano): 91 interventi l’anno
3. Ospedale San Giovanni Battista Molinette (Torino): 85 interventi l’anno
Tumore del colon (soglia 50 interventi l’anno):
1. Policlinico universitario Gemelli (Roma): 446 interventi l’anno
2. Irccs Policlinico S. Orsola (Bologna): 318 interventi l’anno
3. Azienda ospedaliero universitaria pisana (Pisa): 301 interventi l’anno
Tumore della prostata (soglia 50 interventi l’anno):
1. Azienda ospedaliera Careggi (Firenze): 621 interventi l’anno
2. Istituti europeo di oncologia (Milano): 505 interventi l’anno
3. Casa di cura Pederzoli (Peschiera Del Garda): 367 interventi l’anno