La tubercolosi è una malattia infettiva altamente contagiosa che si diffonde per via aerea. Conosciuta anche con l’acronimo di Tbc, colpisce principalmente i polmoni ma può interessare anche altri distretti corporei. Se non trattata, la tubercolosi può portare al decesso. A livello globale la tubercolosi è infatti tra le prime dieci cause di morte.
Come riportato sul sito dell’Istituto superiore di sanità, si stima che globalmente ci siano 1,7 miliardi di persone portatrici sane del patogeno responsabile della tubercolosi, “il Mycobacterium tuberculosis, e il 5-15% di queste svilupperà la malattia attiva nel corso della propria vita”.
Anche in Occidente la Tbc è tutt’oggi presente e, nonostante con la pandemia i contagi fossero crollati, recentemente sono saliti in modo notevole, suscitando l’attenzione della comunità sanitaria internazionale. Lo evidenzia il report dell’European centre for disease prevention and control (Ecdc) e dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità ‘Tuberculosis surveillance and monitoring in Europe 2025’, pubblicato in occasione della giornata mondiale della tubercolosi.
In Europa, e più precisamente nei Paesi dell’Unione europea e in quelli parte dello Spazio economico europeo, solo nel 2023 sono state fatte 39 mila diagnosi di tubercolosi, circa 1000 in più rispetto all’anno precedente.
Ad aumentare, di ben il 25% nel confronto annuo, sono stati in particolare i casi tra gli under 15, il 4,3% del totale. In Italia nel 2023 ci sono stati 144 contagi tra i minori di 15 anni, quando solo un anno prima erano stati 78.
Questi dati, nonostante numerosi indicatori siano in miglioramento, evidenziano un lieve rallentamento nella lotta alla malattia, la cui eradicazione completa a livello globale auspicata negli obiettivi al 2030 dell’Oms. A fare da gioco in questa sfida sono l’antibiotico resistenza, la quota di pazienti che oltre alla tubercolosi hanno anche il virus dell’Hiv e la lieve crescita dei decessi nel 2023, aumentati di circa 100 unità rispetto alle 3500 del 2022.