Cerca di smorzare i toni, Nasser Al-Khelaifi. Proprietario del Paris Saint Germain, ma soprattutto presidente dell’Eca, l’Associazione dei club europei. Il tema è ovviamente quello della sentenza della Corte europea che ha di fatto sancito la fine del monopolio di Uefa e Fifa sulla governance del calcio europeo e mondiale: “Non capisco tutto questo rumore “, sono state le parole del manager qatariota. “Il progetto della Superlega esce sempre con le stesse proposte. Insieme all’Uefa, invece, noi stiamo davvero cambiando le cose e riformando tutte le competizioni. Ma siamo soprattutto orgogliosi di avere la Champions League“.
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Al-Khelaifi, numero uno Eca: “Le riforme sono sotto gli occhi di tutti”
Ne fa quasi una questione di approccio filosofico, Al-Khelaifi, quando commenta l’ipotesi Superlega: “Si parla di libertà, ma non c’è libertà. Quando invece alcuni non hanno visto tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi anni: a partire delle riforme dei tornei. Noi che facciamo parte del calcio europeo continueremo a lavorare con la Uefa su quello che possiamo cambiare nelle competizioni, nazionali e internazionali”. E si lascia andare a una prospettiva: “La sentenza non cambierà niente, ci renderà semmai più forti”.
Il ministro Abodi e l’incontro a Bruxelles il 10 gennaio
Il piatto della bilancia, in effetti, pende decisamente a favore della compattezza della maggior parte dei club e delle istituzioni. “Abbiamo una posizione sostanzialmente analoga ai grandi paesi europei che si vedranno il 10 gennaio a Bruxelles per concordare ulteriormente la posizione”, ha spiegato il ministro dello Sport, Andrea Abodi dopo la conferenza stampa di fine anno a Roma. “Difenderemo sempre i campionati nazionali”, gli ha fatto eco la Figc. Pronta nel dirsi attenta a riconoscersi “pienamente negli organismi sovraordinati della Uefa e della Fifa” e a ribadire “la sua convinta azione a tutela dei campionati nazionali, per la difesa del più ampio e generale principio del merito sportivo e del rispetto dei calendari internazionali”.